"...i cabalisti del Rinascimento, i costruttori di
mnemoteche e gli utopisti di un Teatro
Pansofico che potesse generare ogni conoscenza possibile, cercavano a modo proprio
di costruire un computer, ovvero un modello di intelligenza artificiale. E' naturale che
quando il computer invade la scena del mondo e promette la stessa cosa che
promettevano i Teatri rinascimentali e barocchi, quelli tornino a intrigare un po' tutti.
E sui rapporti tra Camillo e programmazione elettronica aveva dato utili suggerimenti
Mario Turello in "Quaderni della FACE" nel 1984 ('La Lucrezia anagrammata e il cosmo
programmato'). L'idea di una macchina, concettuale o meccanica, che produca
sapere inedito, è vecchia come il mondo. Ora la macchina c'è, anche se non c'è
ancora il sapere, e si torna ai modelli primitivi. Come a dire che si cerca nei secoli
passati il software per un hardware ancora imbarazzante."
Umberto Eco
L'Espresso 14 Agosto 1988