La cura del corpo
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La cura del corpo
Le donne romane dedicavano buona parte del loro tempo alla cura del corpo; usavano molte creme per rendere la loro pelle del viso splendente, delicata, liscia, odorosa e per togliere le macchie della pelle. Le creme che usavano erano fatte con ingredienti vegetali e anche con ingredienti animali.
La cosmesi era molto diffusa nelle antiche civiltà pregreche, ma in Grecia la cosmesi incontrò le prime opposizioni: all'inizio del sesto secolo, ad esempio, Solone vietò l'uso dei profumi agli Ateniesi. Dal quinto secolo in poi la cura della bellezza si introdusse fra le abitudini delle donne; queste pratiche cosmetiche suscitarono però polemiche nel tempo sempre più frequenti e violente.
La cura del corpo interessava soprattutto le donne che, a differenza degli uomini, non avevano impegni civili e si occupavano della cura familiare e delle piccole attività domestiche.
Col passare del tempo gli scontri contro le pratiche cosmetiche si fecero ancora più frequenti, probabilmente andavano di pari passo con la loro diffusione: nella cultura del corpo si vedeva il segno di una corruzione morale . Il popolo di contadini-guerrieri vedeva oggetti come ungenti, pomate, profumi, belletti come emblemi della futilità e della depravazione di una mentalità e di un costume che era interessato solo a costosissimi articoli di lusso. Plinio il Vecchio, aveva registrato scrupolosamente il costo che comportava annualmente per le casse dello stato l'uso dei profumi.
Le donne a Roma, dunque, si truccavano esattamente come fanno le donne oggi. Le sopracciglia venivano allungate con un bastoncino di carbone, che veniva poi sfumato, gli occhi venivano sottolineati con inchiostro di seppia oppure con un ago annerito dal fumo. Le sopracciglia potevano essere corrette con dell'antimonio polverizzato, le palpebre potevano essere colorate per dare un effetto d'ombra e per mettere in risalto i lineamenti del viso. Per le labbra, da quello che ci dice Ovidio, le donne romane avevano una vasta gamma di colori, ma il colore preferito era il rosso che veniva ottenuto con cinabro o minio.
La bellezza delle donne era una fonte di ispirazione per poeti e artisti. La loro pelle doveva essere assolutamente bianca, i capelli biondi, le sopracciglia scure, le labbra e le guance rosee. Per il trucco si stendeva un velo di biacca o cerussa mischiato con del miele e anche delle sostenza grasse, che veniva usato come fondotinta. Per rendere la pelle del viso splendida si cospargeva la pelle con polvere di ematite, un cristallo grigio-azzurro.