Il riscaldamento

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IL RISCALDAMENTO NELLA DOMUS ROMANA

Le stanze della casa romana inizialmente erano riscaldate da bracieri, solamente verso la fine della Repubblica si incominciò ad utilizzare un riscaldamento che modificò radicalmente la costruzione e le condizioni igienico-sanitarie delle stanze. Vicino alle stanze da riscaldare, di solito alla cucina o ai bagni, veniva posto un forno, il praefurnium, alimentato da carbone di legna. Il calore si distribuiva tramite condotti che portavano all'hypocaustum, la zona sottostante il pavimento, posta su suspensurae (pilastri di laterizi disposti a distanze costanti). L'aria circolava anche tra le intercapedini dei pavimenti e delle pareti. Per regolare la temperatura, che col tempo aumentò per la aggiunta di una lastra metallica collocata tra le suspensurae e il pavimento, la parte superiore del prefurnium venne chiusa da una grossa tegola, che veniva rimossa o meno a seconda della temperatura che si voleva ottenere. Il sistema di riscaldamento dell'acqua è citato da Vitruvio (arch. 5, 10): prevedeva l'esistenza di tre vasi di ceramica (calidarium, tepidarium e frigidarium) posti sulla caldaia, in modo che la quantita di acqua uscente dal calidarium ed entrante nel tepidarium fosse pari alla quantita che passava dal tepidarium al frigidarium. La caldaia era generalmente alta 2m, ma poteva variare a seconda dei bisogni, e per evitare che il calore si disperdesse e che la temperatura al suo interno si differenziasse, la parte inferiore veniva munita di una fodera muraria. Sotto la caldaia c'era la bocca del praefurnium con un tubo che serviva per lo scarico e per la pulizia di questa.

(Giorgia B.)

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