I mezzi di illuminazione
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- | I mezzi di illuminazione erano di tre tipi: le fiaccole (''taedae'', ''faces'') usate solo in occasioni speciali, le candele (''candelae''), grandi di solito come torce, alte da 75 cm a 1,5 m e le lampade a olio (''lucernae'') che consistevano in un recipiente allungato e schiacciato, terminante nella parte posteriore in un manico e in quella anteriore in un beccuccio (i beccucci potevano essere più di uno) dal quale usciva il lucignolo. Nel centro della lampada c'era un foro dal quale si poteva rialzare con un ferretto il lucignolo o rifornire di olio la lucerna quando era accesa. Oltre alle lampade a mano ce n'erano alcune pensili, con catenelle terminanti in un gancio, che si tenevano alte attaccandole a candelabri. Anche dal soffitto pendevano ganci ai quali si potevano attaccare le lucerne. Per posarle sulla tavola si usava un piccolo treppiede basso. Si usava molto anche la lanterna, che proteggeva il lumino chiuso nel suo interno con pareti trasparenti di corno, di vescica e di vetro. | + | I mezzi di illuminazione erano di tre tipi: le fiaccole (''taedae'', ''faces'') usate solo in occasioni speciali, le candele (''candelae''), grandi di solito come torce, alte da 75 cm a 1,5 m e le lampade a olio (''lucernae'') che consistevano in un recipiente allungato e schiacciato, terminante nella parte posteriore in un manico e in quella anteriore in un beccuccio (i beccucci potevano essere più di uno) dal quale usciva il lucignolo. Nel centro della lampada c'era un foro dal quale si poteva rialzare con un ferretto il lucignolo o rifornire di olio la lucerna quando era accesa. Oltre alle lampade a mano ce n'erano alcune pensili, con catenelle terminanti in un gancio, che si tenevano alte attaccandole a candelabri. Anche dal soffitto pendevano ganci, ai quali si potevano attaccare le [[lucerne]]. Per posarle sulla tavola si usava un piccolo treppiede basso. Si usava molto anche la lanterna, che proteggeva il lumino chiuso nel suo interno con pareti trasparenti di corno, di vescica e di vetro. |
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I mezzi di illuminazione
I mezzi di illuminazione erano di tre tipi: le fiaccole (taedae, faces) usate solo in occasioni speciali, le candele (candelae), grandi di solito come torce, alte da 75 cm a 1,5 m e le lampade a olio (lucernae) che consistevano in un recipiente allungato e schiacciato, terminante nella parte posteriore in un manico e in quella anteriore in un beccuccio (i beccucci potevano essere più di uno) dal quale usciva il lucignolo. Nel centro della lampada c'era un foro dal quale si poteva rialzare con un ferretto il lucignolo o rifornire di olio la lucerna quando era accesa. Oltre alle lampade a mano ce n'erano alcune pensili, con catenelle terminanti in un gancio, che si tenevano alte attaccandole a candelabri. Anche dal soffitto pendevano ganci, ai quali si potevano attaccare le lucerne. Per posarle sulla tavola si usava un piccolo treppiede basso. Si usava molto anche la lanterna, che proteggeva il lumino chiuso nel suo interno con pareti trasparenti di corno, di vescica e di vetro.
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