Quello che ricordo della storia di Iqbal
di nicomarti - 11 February 2007Nel mondo molti bambini lavorano per costrizione o per necessità. Anche l’Italia conosce questo fenomeno, soprattutto nel meridione. Perchè accade? E la nostra legislazione cosa prevede in materia?
Abbiamo letto tutto il libro che racconta la storia di Iqbal. E adesso i bambini non fanno che parlare del perchè i loro coeteanei di altri paesi lavorano…
“Iqbal era un bambino strappalo alla sua famiglia, era uno schiavo per la precisione. Era dunque capitato in una fabbrica di tappeti, dove lo facevano lavorare dalla mattina fino alla sera! In queste ore doveva fare insieme ad altri ragazzi, degli splendidi tappeti, altrimenti finiva male. Il primo giorno di lavoro al talaio, ne fece uno spendido, azzurro che neanche il ragazzo più grande era mai riuscito a tessere!!!!! La padrona quando lo vide, gli fece i complimenti anche perchè era il bimbo più veloce a lavorare. La sera Fatima, un’altra schiava, gli chiese:
-Ma come hai fatto, quel belissimo tappeto?
Iqbal le rispose che anche a casa sua lavorara con il telaio. Al che Fatima gli domandò:
- Ma tu ricordi come era casa tua?
…………”
NON FINISCO DI RACCONTARE, PERCHE’ MI RICORDO LA STORIA TALMENTE BENE CHE STAREI DELLE ORE A RISCRIVERLA TUTTA.
ANNA RITA