di enrico - 17 March 2007
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Più problematico, rispetto al modeling attraverso i Mindtools è stato l’intervento a Bolzano Conversation 2007 di Antonio Calvani, professore ordinario di Tecnologia dell’educazione e didattica presso l’università di Firenze.
Egli ritiene che ci sia una parte di realtà che non è facilmente modellizzabile e questo è il caso delle scienze storico sociali.
Il modeling inoltre è complesso e richiede molto tempo per la sua gestione. Come bilanciare l’esigenza di svolgere determinati contenuti con metodologie che richiedono di avere molto tempo a disposizione?
Ma il punto centrale della critica di Calvani è che, a suo avviso, il ragazzo deve avere prima una organizzazione concettuale ben solida, solo dopo le tecnologie possono essere di aiuto. Insomma le tecnologie non hanno un ruolo fondante nella costruzione della conoscenza, possono contribuire alla definizione di mappe di pensiero solo dopo che l’organizzazione concettuale è presente.
Antonio Calvani a Bolzano Conversation 2007 - Foto: Enrico Hell
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di enrico - 17 March 2007
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David Jonassen è Distinguished Professor presso l’Università del Missouri, Scuola di Scienze dell’Informazione e delle Tecnologie per l’Apprendimento.
Nelle Bolzano Conversations 2007, focalizzate sul tema dell’uso efficace delle tecnologie per l’insegnamento e l’apprendimento alla luce dello stato dell’arte internazionale, Jonassen ha trattato le tematiche degli gli ambienti di apprendimento e dell’integrazione delle tecnologie nei processi di insegnamento e di apprendimento.
Si impara attraverso il pensiero, con strategie di pensiero, non dalle tecnologie, ha esordito Jonassen. Le tecnologie sono uno strumento; i computer, da questo punto di vista, possono essere visti come una sorta di protesi del pensiero, mezzi che possono essere usati per sollecitare lo studente a costruire la conoscenza, modellandola. I mindtools sono strumenti cognitivi, scatola degli attrezzi utile per organizzae l’insieme, delle conoscenze e, certamente, anche per valutare quello che lo studente sa.
Il ruolo dell’insegnante in questo contesto è quindi centrale, perchè la modellizzazione di per sè puo’ non funzionare solo con i mindtools: è necessaria una azione di stimolo e di orientamento efficace nei confronti dello studente. E, aggiunge Jonassen, se non si riesce a dare una modellazione di quello che si sta apprendendo, allora non si ta apprendendo.
Noi siamo, per nostra natura, dei costruttori di modelli mentali, ribadisce Jonassen, e questi modelli ci permettono di apprendere e di verificare quanto abbiamo appreso. Il modeling ci permette di vedere un po’ meglio quello che abbiamo in testa e questo anche da un punto di vista epistemico.
David Jonassen a Bolzano Conversation 2007 - Foto: Enrico Hell
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