Scuola 3d a Dobbiaco
di enrico - 12 July 2008
Il report delle giornate su:
https://cittadinanzadigitale.wikispaces.com/
tags esterni :Technorati Tags: Dobbiaco, incontri, intelligenza connettiva, web 2.0, web semantico.
Il report delle giornate su:
https://cittadinanzadigitale.wikispaces.com/
tags esterni :Technorati Tags: Dobbiaco, incontri, intelligenza connettiva, web 2.0, web semantico.Sabato 29/3/08 abbiamo sperimentato la progettazione dell’ultimo step di Geolandia (antro della Sibilla cumana) in diretta: è stato importante verificare quanto un gruppo di alunni (mi dispiace molto che mancassero Riccardo e Orlando) sappiano gestire una situazione comunicativa mirata, significativa, progettuale, insomma non semplice rispetto ad uno scambio di battute. Ho naturalmente avvisato che avremmo registrato, ma solo dopo essere saliti nell’aula multimediale: la reazione è stata di entusiamo (questo ve l’ho risparmiato ), tanto per loro è un gioco, un’opportunità, un divertimento, una diversificazione nella diversificazione prassica che cerchiamo di realizzare quotidianamente. Non è facile (non abbiamo nemmeno la porta ), non è semplice e, soprattutto, non bisogna demordere.
L’imbarazzo è stato iniziale: sembrava che nessuno osasse prendere la parola, un po’ come quando abbiamo iniziato a registrare poesie. Poi se ne sono completamente dimenticati, si sono scongelati un po’, poi si sono scongelati del tutto, eh eh.
Li osservavo: chi ascoltava in silenzio, chi, preso dalla concitazione, prevaricava, chi si sforzava di chiarire il suo pensiero, chi sosteneva, chi approvava, chi contestava, chi girellava per 3d.
Ho ammirato Giulia che, con forza delicata, ha sfondato il muro della maggioranza maschile (reale peraltro) e Viviana, che l’ha sostenuta con la sua forza calma.
E’ stato bello.
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Ieri ci siamo divertiti, nell’ambito del laboratorio Geolandia, a registrare proverbi (con relativa traduzione in Italiano) e l’incipit di una novella di Boccaccio con traduzione in diversi dialetti campani.
Non so se avete mai provato a leggere il dialetto napoletano: è una cosa pressochè impossibile anche per noi.
Le “pulci” hanno voluto provarci a tutti i costi, anche se io ero titubante: meno male che mi aiutano a superare i miei limiti
La novella l’abbiamo pescata in un libro che il padre di Teresa, molto gentilmente, si preoccupò mesi fa di portarmi, avendo spiegato al primo incontro con i genitori la natura del Laboratorio in cui la classe sarebbe stata impegnata. Fu una piacevolissima sorpresa: questi genitori sono incredibili quanto i loro figli. (Infatti stamattina c’era una mamma ad aiutarmi con le “pulci” e il decoupage, eh eh! Proprio della serie: coinvolgete e vi sarà dato!!!)
Versione italiana
- Al tempo del primo re di Cipro, dopo la conquista della terra Santa compiuta da Goffredo di Buglione, avvenne che una nobile signora della Guascogna andò in pellegrinaggio al Santo Sepolcro. Quando, nel viaggio di ritorno, arrivò a Cipro, ci furono alcune persone malvagie che la offesero profondamente.- (Letta da Giulia)
Versione napoletana
Napoli è stata dal medioevo alla metà dell’800 la capitale dell’Italia meridionale: il suo modo di parlare ha pertanto influenzato profondamente quello di tutta la regione:
- A chille tiempe c’era ‘o primmo Re a Cipro, doppo che Gottifrè de Buglione conquistaie Terra Santa, ‘na signora nobele de Guascogna iette ‘mpellegrinaggio a ‘o Santo Seburco, e po’ se ne tornaie e sbarcaie a Cipro, e là cierte birbante scostumate le facettero ‘no brutto servizio.- (Letta da Paolo)
Versione salernitana
Salerno si trova a sud di Napoli, perciò il dialetto parlato in quella zona ha caratteristiche diverse, già in parte influenzate dal dialetto calabrese:
- Ai tiempi re lu Rre re Cipri, ropp’ ‘a presa rà ‘a terra Santa fatta ra Gottifrè re Buglione, succerette ca ‘na signora re Guascogna ‘n pellegrinaggio iette a lu Saburcu, e po tornanne, ‘n Cipri arrevata, ra alcuni scellerate vellanamente fuie ‘nzurdata.- (Letta da Riccardo)
Versione avellinese
Ancora più diverso il dialetto di queste zone:
- Nnci steva ‘na vota ‘mmano ‘o Re ‘e Cipro, ròppo ca fu pigliata ‘a Terra santa, ‘na signora chi volivo iessa puro a visità 0o Santo Seporgo; e mentre sse ne steva pè benì, l’ascero certi ‘nnanti, e tanta ‘ngiurie e male parole li ricero, ca non ze ne poteva pròpito cchiù.- (Letta da Francesco)
Versione beneventana
- Ai tiempi d’u primu Rè de Cipro, doppo che fu pigliata Terra Santa da Goffredo Buglione, succedivu che ‘na signora de Guascogna, juta ‘n pellegrinaggio a ‘u Santu Saburcu, fu ‘a venuta che fece, ntremente passava pè Cipro, ‘ngiuriata cume ‘a zùnzula da certi birbanti sbreugnati.- (Letta da Giosuè)
Martedi’ 26 febbraio con Betta e Leila ho seguito a Verona una lezione di Luisanna sul Web2.0. Un paio di slides su ontologie e folksonomy hanno attirato la nostra attenzione.
Bisogna partire da una fortunata definizione di ontologia , proposta nei primi anni 90 da Thomas R. Gruber della Stanford University : “An ontology is an explicit specification of a conceptualization”. E Gruber aggiunge subito dopo, per delimitare bene il campo della sua definizione: “The term (ontology n.d.r.) is borrowed from philosophy, where an ontology is a systematic account of Existence. For knowledge-based systems, what “exists” is exactly that which can be represented. “
Specificare esplicitamente una concettualizzazione significa dunque esibire un inventario condiviso degli oggetti di un certo dominio, formularne le definizioni, elencarne gli attributi e formalizzarne le relazioni.
Quelli che vengono prese in esame sono i caratteri esssenziali, perché cio’ che importa è riuscire a distinguere un oggetto dall’oggetto che gli sta immediatamente vicino, sopra o sotto nella gerarchia dei concetti del dominio in esame.
Questo modo di categorizzare segue lo schema di un “albero di Porfirio”: l’idea di fondo del web basato sulle ontologie sembra essere quella della semantica a dizionario (Umberto Eco, L’albero di Porfirio, in Semiotica e filosofia del linguaggio, Torino:Einaudi 1984) .
Klay Shirky, in Ontology is Overrated: Categories, Links, and Tags e’ intervenuto a proposito dell’approccio ontologico, mostrandone alcuni limiti. Shirky scrive: “Today I want to talk about categorization, and I want to convince you that a lot of what we think we know about categorization is wrong. In particular, I want to convince you that many of the ways we’re attempting to apply categorization to the electronic world are actually a bad fit, because we’ve adopted habits of mind that are left over from earlier strategies.”.
Mediante alcuni grafi Shirky mostra l’evoluzione da un sistema gerarchico verso un sistema basato sulle connessioni. Questi grafi rappresentano probabilmente il miglior “manifesto” del web2.0:
hierarchy
hierarchy_links
hierarchy_lots_links
just_links.
Come si vede, la categorizzazione ad albero, condivisa dal gruppo degli ontologi, viene progressivamente rimpiazzata da una organizzazione determinata dai links degli utenti della rete: da una Ontology si passa a una Folksonomy.
Luisanna, a Verona, ha ripetutamente sottolineato proprio questo aspetto: l’organizzazione gerarchica delle categorie non scompare improvvisamente ma viene lentamente messa in ombra da un sistema basato sui rinvii di significato, fino ad essere superflua.
Dopo uno scambio epistolare (eh eh) e appuntamento per giovedì mattina, la classe 4^ A ritorna sui suoi passi ed incontra Kyashan: insieme si va a spasso per la mostra “I segreti del corpo”.
Certo con lui è più divertente, almeno li condivido con qualcuno (LOL)!!! Tra commenti, osservazioni, domande e complimenti (accettati da queste pulcette con grazia e convinzione assoluta) vola più di un’ora e la collega di Religione, smarrita, non ci trova in aula :)
E’ stata un’esperienza bellissima, che mi induce a due riflessioni:
- i bambini di oggi sono di gran lunga più aperti, disponibili e disinvolti di me a parlare con l’altro, ad esprimere, comunicare, condividere ciò che sanno e ciò che sentono, senza remora alcuna; l’abitudine a farlo migliora senz’altro la qualità delle relazioni interpersonali, reali o virtuali che siano
- un’esperienza condivisa arricchisce e aiuta ad interiorizzare meglio quanto appreso, perchè ricondotta a momenti piacevoli e toccanti
Queste “pulci” sono molto importanti per me e, come dice Kya, il nostro quotidiano intreccio è proprio al 50%: io do a voi quanto voi date a me
Qui la chat (Kya rendila magica, please!!!)
Ipso facto: Kya, rismack (tieni il conto
Qui il video con registrazione audio
tags esterni :Technorati Tags: documentazione, i segreti del corpo, incontri, intelligenza connettiva, riflessione.Considerato che nel mondo reale tutto sembra ormai quasi impossibile da realizzare (l’Osservatorio vesuviano non accetta classi primarie, il museo di Pietrarsa non è possibile visitarlo, quello del corallo è sempre in restauro) facciamo un bel giro nel museo virtuale di Kya e scopriamo “I segreti del corpo”.
Kya, il mondo è un intreccio, eh? Considerato che in questo periodo ci dilettiamo di imbalsamazione e mummificazione egizia, attraverso testi cartacei in 3d e immagini e rappresentazioni grafiche, che bello trovare un riscontro caduto a fagiolo !!!
Qui la touring chat e le immagini della 4^ A
PS. Kyashan Wizard, ci ha fatto uno splendido regalo, musicando la nostra chat e… rammaricandosi di non averci incontrato, eh eh ti aspettiamo giovedì mattina
Qui la sua chat musicale, che non poteva restare piccola piccola nei commenti
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Ieri 15 febbraio la classe 4^ A si è recata in visita alla Biblioteca privata “Don Gaetano Capasso”, dal momento che quella pubblica credo non sia accessibile.
Prima ancora di produrre testi da linkare alla biblioteca virtuale in 3d ho ritenuto giusto che gli alunni ne vedessero una vera, per capirne lo scopo, penetrarne lo spirito, rilevarne i benefici, ma anche per un fatto puramente pragmatico: su quali basi posizionare i simboli realizzati.
Avevamo già da tempo parlato in classe di biblioteche e ne avevo descritto una, così che Francesco ne ha dato una sua rappresentazione: da notare come in lui si coniughi l’aspetto tradizionalmente cartaceo a quello tecnologico, pur non avendone mai visitato una
La biblioteca visitata è in allestimento e le migliaia di libri e manoscritti, raccolti e scritti dall’eminente personaggio carditese, sono in fase di catalogazione: il direttore molto gentilmente e felice dell’interesse degli alunni, ha mostrato loro il sistema di catalogazione in uso, libri antichi, raccolte di giornali, documenti religiosi , cartoline antiche, manoscritti del Capasso relativi alla storia locale, non solo del paese d’origine, ma anche di quelli limitrofi. Siamo rimasti sorpresi dalla varietà di scritti e documenti conservati, risalenti al Settecento, Ottocento, Novecento: gli alunni, invitati a toccare ed “assaporare” i testi, sono stati avvinti da quanto hanno visto e ascoltato. Mi è rimasta impressa una poesia dedicata a S. Biagio, patrono di Cardito, scritta da Don Giuseppe Di Fusco, nato nel 1647 (!!!) e che il direttore mi ha invitato a copiare. (Chiederò il permesso di pubblicarla e di pubblicare alcune foto)
Nel corso dell’amena discussione col direttore, uomo di evidente amore per la cultura, ci siamo ritrovati sulle finalità di una biblioteca:
e lì, Enrico , ho citato la frase del copista da Kempis (vedi prefazione a “Il nome della rosa” di U. Eco):“In omnibus requiem quaesivi, et nusquam inveni nisi in angulo cum libro”, che stamane ho cercato di far interpretare ai bambini (hanno intuito subito il senso della seconda parte, eh eh)
Ecco qualche esempio delle loro impressioni:
tags esterni :Technorati Tags: biblioteca, documentazione, intelligenza connettiva.La classe 4^ A si organizza per far fronte a due impegni: la realizzazione dei Geolandi (i ciceroni di Geolandia, che faranno da riferimento per ogni sezione della Campania) e i simboli per il progetto collaborativo Biblioteca 3d.
Come ci si organizza con 25 alunni, tutti smaniosi di proporre, dire, fare? Come le mamme, credo: se i figli sono numerosi una soluzione si trova sempre, basta organizzare e organizzarsi. Si discute del lavoro da svolgere, si quantificano ii disegni da realizzare (la concretezza è un elemento chiave per i bambini), si fa presente che non tutti possono fare la medesima cosa (non sarebbe giusto nè utile), si ascoltano le proposte (meno male che ce n’è per tutti, per gruppetti e individualmente)… e ora al lavoro!
Clicca qui per i Geolandi e qui per i simboli che, con nico e maria, decideremo di linkare alla biblioteca, modificare, arricchire o quant’altro.
Ora voglio rivelarvi un segreto. Non potendo scaricare nel laboratorio informatico che uso io un sw cattura video (poverini i PC, ne morirebbero) abbiamo ideato questo escamotage: se un brano o una poesia letta in classe ci piace o ci colpisce particolarmente e decidiamo di realizzarla in 3d, creiamo un set (i nostri sono sempre nella zona delle nuvole) e sistemiamo quello che ci occorre. Questa è un’operazione complessa, che prevede l’accordo sull’oggetto, sulla posizione, sull’arredo, etc. Poi “gli attori” del video recitano le battute mentre un compagno realizza il percorso: praticamente giriamo in differita. Registriamo l’audio e scatto le foto delle riprese, che mi serviranno da guida per il video vero e proprio. In questo caso è preferibile una scenografia quanto più semplice possibile.
E’ un lavoraccio, ma bisogna imparare ad aggirare gli ostacoli, perchè nessuno di essi è insormontabile e poi ci divertiamo pure un sacco
Qui un video per il progetto Europa, a cui gli alunni si sono appassionati dopo aver visto lo splendido video di nico… e scoprirete che si può restare seduti anche senza sedia
tags esterni :Technorati Tags: biblioteca, documentazione, Geolandia, intelligenza connettiva, video.Gli alunni della classe 4^A sono impegnati in più progetti in Scuola3d, ognuno con la sua valenza educatica e formativa, sulla base di un sostrato senz’altro disciplinare, ma ritengo non settoriale.
Fa da sfondo integratore proprio l’ambiente virtuale e tridimensionale del mondo, in cui essi avvertono il senso di riconoscimento, di familiarità, di apertura interattiva a realtà diverse dalla propria, di possibilità di incontro e confronto con mentalità diverse, di condivisione. Questo avviene in special modo quando si esplorano costruzioni o si vedono video realizzati da altri alunni o quando in chat s’incontrano docenti, raramente altri alunni perchè gli orari quelli sono, ahimè!
La positività del mondo3d è proprio il creare e ricreare situazioni non solo di apprendimento cognitivo, ma anche relazionale. La differenza tra il sussurrare, il dire e l’urlare diventa sostanzialmente visibile anche nella scrittura, così come il rifiutare una richiesta di raggiungimento diventa palesemente atto di scortesia, che si percepisce nell’immediato e diventa motivo di discussione e approfondimento dopo.
Noto che l’avatar non è più predominante, la timidezza nell’operare diventa meno evidente, il desiderio di realizzare è profondo ma anche l’esigenza di autonomia nell’esplorare e talvolta “viaggiare” da soli.
Aggiungo di un’esperienza capitatami qualche ora fa: una mia amica è venuta a casa per farmi ascoltare i suoi tentativi di registrazione di una poesia. Mi ha confessato il profondo disagio nel riascoltarsi e nel non riconoscersi come quella voce impacciata ed insicura. Le ho dunque fatto ascoltare le ultime registrazioni degli alunni effettuate per il podcast “Suoni
poetici” ed insieme abbiamo realizzato la positività dell’esperienza, misurabile anche nella naturalezza che rivelano: di alcune difficoltà sono al corrente io, ma lei non le ha rilevate neanche dopo averla messa al corrente. Dunque, il piacere di riascoltarsi e di riconoscersi per come si è e non per come ci si conosce è un vantaggio che questi bambini hanno almeno su noi due adulte.
A proposito, di seguito potete vedere gli ultimi sviluppi dell’impegno in Scuola3d e seguirne l’evoluzione.
Volevo condividere con voi queste slides presentate da G. Siemens durante una serie di lezioni presso l’Università dell’Alaska nel Novembre 2007.
Cosa si intende per “connettivismo”? Un processo dinamico “generated by knowledge space” che produce una “conoscenza distribuita”.
Invito tutti a una riflessione su Scuola3D, il nostro blog, i nostri video, la nostra “voglia” di condividere e collaborare.
I nostri alunni interagiscono con contesti diversi, si avvalgono di strumenti di collaborazione in rete, creando loro stessi qel Social Networking che rappresenta un valore aggiunto al loro personale apprendimento.