Matematici e matematica al tempo di Leonardo
di enrico - 24 November 2005Bruno D’Amore insegna Didattica della matematica alle Università di Bologna e Bolzano. E oggi proprio a Bolzano ha parlato della matematica dei tempi di Leonardo, in una conferenza collegata alla mostra sul codice Atlantico, facendo il punto della situazione.
In algebra nel XV secolo era già nota la risoluzione delle equazioni di primo e secondo grado. Quelle di terzo e quarto grado sono state risolte poco dopo la morte di Leonardo. Naturalmente si trattava di un’algebra che non aveva il simbolismo di oggi. Al tempo si cominciava ad usare un linguaggio abbreviato, un primo passo verso l’idea di utilizzare simboli quali i nostri x o y nelle equazioni.
L’aritmetica del tempo era elementare, anche se esistevano modi efficaci di calcolare.
Per esempio, ecco come poteva essere calcolato 24 x 32:
Nel diagramma bisogna scrivere 24 nella prima riga e 32 nell’ultima colonna. Nelle caselle di centro bisogna tracciare delle diagonali e poi fare i calcoli. 4 per 3 è 12 e va scritto nella sua cella: 1 sopra e 2 sotto la diagonale; 2 per 3 è 6, ecc. Al termine bisogna addizionare in diagonale, ottenendo il risultato 768.
Tecniche del genere sono descritte in un libro prezioso che porta il titolo di Larte del Labbacho. Il libro è stato stampato a Treviso nel 1478.
I testi greci e latini di geometria e di ottica invece erano difficilmente accessibili a Leonardo, che non conosceva quelle lingue.
Ma c’e un incontro fondamentale per Leonardo matematico ed è quello con Luca Pacioli, che cominciò a frequentare a a Milano.
Da quell’incontro la geometria di Leonardo si fa sofisticata. E Leonardo comincia ad essere sempre più affascinato dai problemi, che oggi sappiamo insolubili, della geometria, quale il problema della quadratura del cerchio. Ne troviamo esempi proprio nel Codice Atlantico.
tags esterni :nessuno.