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Lunedi’ 15 settembre 2008, invitati da Nicoletta, ci siamo ritrovati numerosi dentro scuola3d per iniziare l’anno scolastico, come ogni scuola che si rispetti. L’incontro era stato previsto per cominciare a scaldare i muscoli, rivederci, confrontarci.
Ma, inevitabilmente in questi giorni, la discussione si è spostata sulla “riforma” della Ministra dell’istruzione Maria Stella Gelmini.
Che dire. Cosa e come rappresentare qui l’amarezza, lo sconcerto, la frustrazione di insegnanti di scuola di base che da tanti anni lavorano dando anima e corpo e tempo e fatica alla scuola, con stipendi ridicoli, in situazioni logistiche al limite?
E’ stato un coro unanime, dagli insegnanti di Milano a quelli di Napoli.
Per questo scrivo due righe, per esternare il mio sentire.
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Gentilissima Avvocata Maria Stella Gelmini,
mi permetto di disturbarLa con questa mia annotazione. Mi ritengo estremamente fortunata di lavorare in provincia di Bolzano, dove per le note questioni di autonomia speciale la scuola è salvaguardata dalle ondate “innovative” del governo centrale.
Le porgo qui però tutto lo sconcerto, l’ansia, e, se permette, anche la rabbia, dei miei colleghi di tutta Italia che quando parlano di scuola sanno di cosa stanno parlando, e rappresentano le istanze di un sistema che ha bisogno di BEN ALTRO rispetto alle Sue “riforme”. Proporrei timidamente di migliorare la qualità degli edifici scolastici (non vada a visitare quelli di Bolzano, vada nel sud tanto bistrattato), di incentivare lo sviluppo tecnologico, di aiutare le fasce deboli con contributi adeguati per testi e materiali, di incentivare la formazione SERIA dei docenti offrendo loro delle opportunità reali di crescita.
NON di operare manovre per tagli e disincentivi alla scuola pubblica.
Una nota a margine, rispetto agli insegnanti del sud: qui, in provincia di Bolzano, udite udite, se non avessimo l’apporto di personale proveniente dal sud le nostre scuole chiuderebbero per mancanza di docenti. Sono personalmente grata ai miei colleghi che, magari con due lauree, un dottorato, un master, partono dalla Sicilia e vengono ad insegnare nelle scuole delle valli.
Auspico anche di avere nelle classi di scuola elementare insegnanti non di origine italiana, portatori di storie e diversità e complessità, bambini colorati senza grembiuli, serietà delle istituzioni e dei servizi, qualità diffusa e benessere per tutti i bambini, soprattutto per quelli che, provenienti da famiglie meno abbienti che NON possono pagare scuole e attività private, solo nella scuola pubblica hanno possibilità di “crescita”.
Ho nel cuore tanta amarezza.
Nel restare a disposizione per un eventuale confronto, mi è gradita l’occasione per porgerLe distinti saluti
Luisanna Fiorini
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