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A questo punto del percorso relativo alla storia del pesciolino “Tantetinte” credo sia il caso di fare il punto della situazione, per cercare di capire da cosa siamo partiti e a cosa siamo approdati. La storia ci ha fornito spunti di riflessione mediante le problematiche emerse ed affrontate (nel nostro piccolo) in relazione all’io, all’altro, alla famiglia, all’amicizia, ai sogni, alle paure, ai bisogni, all’affettività degli alunni. Il tutto sempre utilizzando la possibilità di transfert all’esperienza personale degli stessi, all’apertura verso l’altro, all’interazione, al confronto…
La possibilità di “ricostruirne” il mondo in 3d, di navigarlo, di “viverlo” proprio dal di dentro, di farne parte credo abbia rappresentato un’ulteriore e più profonda opportunità di interiorizzare le esperienze condotte e di maturarne maggiore motivazione e coinvolgimento attivo.
Fino ad oggi gli steps sono stati:
ricostruzione dell’acquario con i vari personaggi;
costruzione del teatro itinerante di nonno Amilcare;
costruzione del teatro, quale espressione del percorso relativo alle maschere, ai burattini, alle marionette e alla fiaba;
realizzazione di uno spazio finalizzato alla documentazione del percorso.
Ogni “luogo” ha rappresentato innanzitutto un luogo di apprendimento, posteriore alla realizzazione di un modello preparato in classe, in cui sono entrate in gioco la discussione, il confronto, la proposta, l’opinione, l’ipotesi, insomma la partecipazione in primis dell’alunno ad un progetto comune, in cui bisogna anche accettare il punto di vista dell’altro e a volte fare un passo indietro per farne tutti uno in avanti. Ad esempio, lunga discussione sul tetto del teatro che alcuni volevano marrone e la maggioranza in stile Harrod’s.
E’ stato bello il riconoscimento dei personaggi che, da un cartellone in classe, prendono vita contestualizzati nell’habitat naturale, ascoltarne le battute (registrate), vedere i propri lavori assumere connotazione diversa in un ambiente diverso dal proprio (linko… et voilà: WOW!).
In ogni caso, ecco un esempio di positività della tecnologia come potente strumento di supporto alla didattica e di costruzione di conoscenza. Navigo; esploro; conosco altre esperienze di alunni lontani geograficamente ma che scopro essere come me; scelgo di entrare nel mondo 3d con un avatar (magari cambiandolo a ripetizione o identificandomi), di muovermi camminando o volando e, se voglio, passo anche attraverso i muri, in prima o in terza persona; decido la vista frontale o posteriore e scopro che il mondo lo guardo da prospettive diverse; rifletto sulla relatività del punto di vista; osservo che, quando mi muovo, 3d mi indica anche la posizione (e vuoi mettere l’aiuto che mi ha dato nel consolidare l’acquisizione del concetto di punto cardinale, che dopo il gioco e prima di passare alla rappresentazione grafica è stato mediato da un’altra modalità conoscitiva ed esperienziale!!!).
A questo si aggiunge la possibilità di comunicare anche attraverso la chat, con i compagni nella stessa stanza, con gli alunni di Maria nell’altro laboratorio, con alunni di altre scuole in altri luoghi, con nico, fiore, enrico pieni di pazienza, o di passare a visitare una pagina web semplicemente digitando l’indirizzo, per poi ritornare a quanto stavamo facendo prima.
Sì, 3d costruisce conoscenza ed esperienza che rimane.
Ieri abbiamo visitato il blog, cercato di capire cos’è e a cosa serve; in realtà noi usiamo spesso uno nostro (io per linkare ciò che ritengo utile e loro per visionarlo, fino a che Gaetano ha scoperto che si poteva digitare un indirizzo web direttamente collegati in scuola3d e dunque mi ha risparmiato un po’ di fatica!!! Sono proprio vispi eheheh) e c’è un commento di Francesco. Al wiki abbiamo dato un’occhiata veloce: bisogna spiegarne per bene le potenzialità.
Insomma, che bel lavoro se c’è una bella e valida opportunità formativa!!!
Angela
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