Archivio della Categoria 'L'esperienza dei bambini'

Bambini nel mondo

di nicomarti - 11 February 2007
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sofia

 

Per “lavoro minorile” si intende lo sfruttamento di bambini obbligati a lavorare: ormai è un problema globale, cioè che interessa tutto il mondo.  Le cause principali del lavoro minorile sono la povertà e soprattutto l’ignoranza. L’unica soluzione possibile è l’istruzione, perché permette di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e di proteggere i propri interessi e la propria libertà.         

I bambini sfruttati possono essere costretti a fare i servi nelle case dei ricchi, a lavorare nelle piantagioni di the o di canna da zucchero, a cucire palloni, tappeti, scarpe; a chiedere l’elemosina per strada…questo fenomeno è diffuso soprattutto in Asia, Oceania ed Africa.                                     

Penso che lo sfruttamento minorile sia uno dei maggiori problemi della nostra civiltà. Ogni bambino ha diritto all’istruzione e ad una infanzia serena. Non deve essere sfruttato e tenuto nell’ignoranza per tutta la vita, perché l’ignoranza genera altra ignoranza. Se non interveniamo subito questo problema si manifesterà anche in futuro, riducendo in una condizione di semi-schiavitù altri migliaia di bambini di tutto il mondo.

Sofia

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Quello che ricordo della storia di Iqbal

di nicomarti - 11 February 2007
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Nel mondo molti bambini lavorano per costrizione o per necessità. Anche l’Italia conosce questo fenomeno, soprattutto nel meridione. Perchè accade? E la nostra legislazione cosa prevede in materia?

 Abbiamo letto tutto il libro che racconta la storia di Iqbal. E adesso i bambini non fanno che parlare del perchè i loro coeteanei di altri paesi lavorano… 

 

anda

 

“Iqbal era un bambino strappalo alla sua famiglia, era uno schiavo per la precisione. Era dunque capitato in una fabbrica di tappeti, dove lo facevano lavorare dalla mattina fino alla sera! In queste ore doveva fare insieme ad altri ragazzi, degli splendidi tappeti, altrimenti finiva male. Il primo giorno di lavoro al talaio, ne fece uno spendido, azzurro che neanche il ragazzo più grande era mai riuscito a tessere!!!!! La padrona quando lo vide, gli fece i complimenti anche perchè era il bimbo più veloce a lavorare. La sera Fatima, un’altra schiava, gli chiese:
-Ma come hai fatto, quel belissimo tappeto?
Iqbal le rispose che anche a casa sua lavorara con il telaio. Al che Fatima gli domandò:
- Ma tu ricordi come era casa tua?
…………”
NON FINISCO DI RACCONTARE, PERCHE’ MI RICORDO LA STORIA TALMENTE BENE CHE STAREI DELLE ORE A RISCRIVERLA TUTTA.
ANNA RITA

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Alloggiamo le parole!!!

di nicomarti - 9 February 2007
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Noi bambini delle classi 5°B e della 5°A stiamo ancora costruendo un fantastico “Paese della Grammatica” in cui stiamo sistemando tutte le parti della grammatica!

Stiamo creando delle case in cui facciamo abitare tutte le parole e tutte le minime parti della grammatica sotto forma di personaggi animati, a volte disegnamo il loro nome in un cartellino o nella camicia, perchè sia tutto più chiaro.

Adesso, con la precisione stiamo costruendo delle case nuove, perchè le parti della grammatica sono tantissime!

Per esempio ne abbiamo pensata una con tantissimi piani contenenti gli avverbi che non riuscirebbero a stare in un solo piano.

Nei nostri gruppi abbiamo appena finito di cosruire la casa degli aggettivi possessivi, ma un momento! Gli stessi possono essere anche dei pronomi…come fare per farlo capire? Abbiamo pensato che nella stessa casa ci dovrebbero essere due porte: da una parte si entra se servono gli aggettivi, dall’altra se servono i pronomi… il percorso da fare è ancora tanto!

Per ora scannerizzando i disegni sugli articoli e gli avverbi.

Filippo

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Elena e la maestra Ste

di nicomarti - 22 January 2007
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Oggi sono stata su scuola 3d  e ho incontrato la maestra Ste e le ho raccontato cosa si stava facendo.

Noi stavamo disegnando le mask per il paese di Grammatica e le ho spiegato come si facevano: a me sembra divertente.

Scarica la chat e leggi la conversazione

 

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La posta elettronica e gli alunni di Ste

di Ste - 22 January 2007
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Si parla tanto di TIC nella didattica, ma poi in realtà i ragazzi usano sempre gli stessi tools comunicativi e mai una vera innovazione nel campo.

Una dei miei problemi è il non poter comunicare in tempo reale agli alunni gli errori e le relative correzioni da fare. Si uno si fa un appunto, ma non è mai fresco come letto e commentato. Pensa e ripensa alla fine IDEA!!!!!!!! se i ragazzi mi spediscono i compiti via e mail posso correggerli + facilmente e posso inviare subito il commento al loro compito e cosa ancora + importante loro non devono attendere !!!!!!

Il sistema funziona alla grande, loro mandano i loro compiti, io li correggo, mando le correzioni e il lavoro procede. Tra non molto vedrete i loro lavori sulle vie della scienza!

Potrete leggere, sperimentare e valutare il vostro apprendimento con le loro presentazioni, i loro esperimenti e i loro quiz.

Il tutto naturalmente in due lingue, in un contesto globale il minimo sono 2 lingue, per permettere anche a visitatori lontani di leggere e godere del loro lavoro!!!!!!!!

Vi aspettiamo numerosi all’inagurazione, sperimo in tempi brevi. Per ora c’è la struttura ma pian piano metteremo anche i contenuti.

a presto la 2H

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Tanti modi per vedersi

di nicomarti - 15 January 2007
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Abbiamo chiesto ad un gruppo di bambini di quinta come preferiscono vedersi a Scuola3D: in prima o in terza persona. 

Alcuni di loro hanno risposto che preferiscono la prima persona perché vedono attraverso gli occhi del personaggio. In questo modo si immedesimano meglio e hanno l’impressione di trovarsi davvero “dentro lo schermo” del computer, ” sembra di essere lì davvero”, come dicono Alessia e Vittoria. 

Altri invece hanno affermato di preferire la terza persona perché si può vedere meglio il personaggio: è molto divertente cambiare ed essere ogni volta qualcuno diverso: così dice -Gabriele. Insomma, per fatti estetici…   

In effetti nel costruire ad usare la prima persona non ci sono molti vantaggi: ti trovi una fastidiosissima figurina davanti e non puoi nemmeno spostarla, per il semplice fatto che sei tu.  Una volta mi sono trovata a dover costruire un palazzo in terza persona: alla fine sono stata costretta a mettere in prima persona, perché era impossibile posizionare gli oggetti per bene e perciò venivano tutti più spostati. 

                                                                                 Sofia                                    

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Lo zoo delle favole

di Maria - 14 January 2007
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Il laboratorio opzionale  “Il topo di città…” ha da qualche giorno  “un’appendice” non prevista inizialmente: la costruzione collaborativa dello “Zoo delle favole (di Esopo)”.
Ispirandoci alla omonima filastrocca di Rodari, io e Angela con le nostre rispettive classi (seconda e terza elementare) ricostruiremo, in collaborazione su un unico lotto (teleport zoofavole), ambienti e scene di queste  favole:
Il leone e il topo
La cicala e la formica
La rana e il bue
La volpe e il corvo.
Linkeremo nel mondo scuola3d dialoghi recitati dagli alunni, filastrocche, canzoni, disegni, masks.
Le canzoni, ispirate a ciascuna favola saranno postate anche  sul blog, taggate “CantaFavole”.
Cantate con noi…

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Laboratorio davanti al computer

di nicomarti - 9 January 2007
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Ieri pomeriggio alcuni bambini di quinta sono andati a lavorare nell’aula multimediale.

Hanno registrato delle rime sulla grammatica al computer, con il microfono per disporle negli alberi del Bosco Promemoria. Ecco qua la filastrocca completa:

Filastrocca promemoria

Le parole sono parti del discorso:

se vuoi conoscerle visita questo bosco!!!

Le invariabili sono sempre uguali, sai?

La loro desinenza non cambia mai!

Le variabili cambiano la desinenza,

ma senza di loro non si può far senza.

I verbi invece sono le azioni

e hanno diverse coniugazioni.

I nomi possono essere astratti e maschili;

oppure concreti, singolari, plurali, femminili…

I nomi sono stati trasformati:

comuni, propri ed alterati…

Sono molto utili, i pronomi:

sostituiscono i nomi per evitare le ripetizioni.

Gli articoli sono brevi ma importanti:

accompagnano i nomi che sono tanti!

Potrete andare a comprarli al supermercato:

affrettatevi, il prezzo è scontato!

Gli aggettivi accompagnano i nomi

ma sono un po’ fifoni:

se rimangono da soli diventan pronomi.

Gli avverbi, i verbi accompagnano:

ma se non ci son loro , questi non si lagnano.

Le congiunzioni sono “e, ma, quindi, perchè,..”

se non uniscono delle parole non sono un granché!

Le preposizioni sono semplici

ma se si sposano diventano articolate.

Che ve ne pare???

(Maicol, Sofia e Samantha e tutti gli altri…)

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UN EVENTO SPECIALE!!!!!! Della serie, Storia e tradizioni locali

di nicomarti - 20 December 2006
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Casteldelpiano, 14 dicembre 2006

1. Questa mattina i bambini delle classi 5°B ed 5°A si sono  riuniti nell’ Aula magna della Scuola Primaria di  Casteldelpiano. Qui li aspettava la Signora Mariella per spiegare loro l’importanza delle contrade e del Palio in questo nostro piccolo paese dell’Amiata.

 simbolo di casteldelpiano

2. Nell’antica tradizione Amiatina il nostro paese è suddiviso in 4 contrade. Ciascuna ha tre colori: il Borgo ha il viola, il rosa e il nero;il Poggio si presenta con i colori giallo ,verde e rosso;il Monumento con i colori rosso, blu e bianco; infine le Storte si mostra con i colori bianco, celeste e nero. Queste sono nate nel 1400, quando un gruppo di persone che non avevano nessuna religione, formarono delle compagnia laicali:  quella “dei neri” che ora appartiene alla contrada del Borgo;  ”del Sacro Cuore”, che adesso appartiene al Poggio; la compagnia laicale “dei Bianchi” :o ra appartiene al Monumento; la compagnia laicale “dei Celestini”adesso appartiene alle Storte. Durante il Palio dell’otto di settembre, le contrade “entrano in guerra” attraverso una gara; il palio è una corsa in cui il Capitano di ciascuna contrada sceglie un fantino che, cavalcando a pelo, deve arrivare prima degli altri ”barberi”, cioè dei cavalli delle altre contrade.

3. Mariella ha informato loro, che l’ultima domenica di maggio un pittore, scelto dai capitani, compone una tela che a Siena si chiama “cencio”: è il premio del Palio. Nel cencio, cioè il dipinto, devono esserci rappresentati i cavalli, qualcosa del nostro piccolo paese, il colore di tutte le contrade e la Madonna, visto che l’intero paio si corre in suo onore. La tela deve essere rettangolare e stretta. Finita, l’opera viene mostrata al Sindaco e a tutto il popolo nella Chiesa della Madonna delle Grazie. Dopo viene benedetta dal parroco.

4. La cena in contrada che precede il giorno del Palio è come un rito propiziatorio; i contradaioli si riuniscono nella sede per cenare tutti insieme, dopo si canta e si balla, sperando di far cadere la buona sorte sul proprio cavallo e sul proprio fantino.  Alla fine due bambini estraggono a sorte il cavallo, dopo scelgono il fantino di ogni contrada. Il cavallo viene consegnato al “barbaresco” che dovrà nutrire, pulire ed preparare per la corsa

5. Il sette settembre è finalmente arrivato, la famosa corsa dei cavalli che un tempo si chiamava “guerra”, chissà come andrà? Cosa accadrà, chi vincerà????? Nel cuore di ogni contradaiolo mille sentimenti si scontrano…La gara del giorno successivo è preceduta da sfilate storiche, dove coi costumi di un tempo, le quattro contrade sembrano sfidarsi mostrano il  loro valore e il loro coraggio di un tempo. I tamburini precedono il corteo. Gli sbandieratori delle vari colori si fermano in piazza Madonna per il loro spettacolo. Tutto il paese sembra fermarsi per l’occasione.

6. Il giorno del palio il cavallo entra in pista, il responsabile adesso diventa il fantino. Il giudice della gara è un uomo che si chiama “mossiere”, le decisioni della gara spettano tutte a lui, però alla fine dei quattro giri della gara non comanda più niente. Questa persona si trova sopra una piattaforma di legno, vicino a un pedale che serve per far cadere il “canape”, cioè una corda molto spessa che attraversa da una estremità all’estremità, la pista. Il canape è legato quindi ad un colonnino di pietra, che a suo tempo fu montato appositamente, nel punto in cui i cavalli devono partire.  Il “canape” è collegato al pedale che scatta e fa cadere a terra la corda, nel momento in cui inizia la corsa.

7. Ora tutti i cavalli sono entrati tutti in pista e sono pronti per partire. La partenza della corsa si chiama “mossa”, questa può essere valida ed allora il Palio è iniziato. Altre volte però la “mossa” non è valida e in questo caso il mossiere spara un colpo di fucile e i cavalli devono ripartire da capo. Alcuni cavalli, per partire devono stare vicine al colonnino, mentre altri in mezzo alla posta; altri ancora devono partire “ingambati”, cioè dietro agli altri cavalli, perchè sennò non riescono a prendere la corsa nel modo giusto. Il mossiere fa scattare il meccanismo e cioè fa cadere il “canape” quando vede  tutti i cavalli  abbastanza  allineati per poter partire tutti insieme. Una volta fatti i quattro giri della gara,il vincitore è soltanto il primo cavallo, mentre le altre contrade non vengono considerate e  anche se arrivano seconde o terze non importa.

8. Il vincitore viene festeggiato e festeggia nella sede della propria contrada, queste feste però durano a lungo, a volte intere settimane! Ma per il momento appuntamento per tutti alle ore nove, quando vengono lanciati i fuochi d’artificio in piazza Garibaldi. I fuochi si fanno esplodere in onore della Madonna, e intanto la contrada vincitrice fa sventolare i colori delle proprie bandiere per tutta la piazza. Canti e balli durano poi tutta la notte…

9. La signora Mariella se ne va e gli alunni la salutano con entusiasmo. Presto ritornerà a scuola in occasione del concorso “F.Arrighi, il tema più bello sul Palio”. Questi ed altri cronisti non mancheranno di parlarne…

I mitici autori di questo testo sono: il mitico FILIPPO e l’incredibile LORENZO!!!!!

Alla prossima avventura!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Noi piccoli,grandi volontari!!!!

di nicomarti - 1 December 2006
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Anche noi vogliamo vogliamo fare i volontari!!!!! Ecco come:

  • ora che sono piccolo voglio donare i soldi della mia famiglia, da grande voglio fare il volontario per aiutare chi ha bisogno (Samy);
  • vorrei aiutare le persone povere e soprattuttio vorrei fare parte della associazione di Solidarietà senza Confini (Alessia);
  • vorrei essere un dottore di Medici senza Frontiere e andare in Pakistan ad aiutare gli altri, cioè aiutare le persone che sono state ferite nella guerra (Kevin);
  • io ora da bambina vorrei fare un piccolo mercatino e guadagnare soldi per poi mandarli ai bisognosi; da grande vorrei lavorare non solo come pasticcera: quando avrò tempo libero farò il Volontariato (Alessandra);
  • da piccolo voglio dare molti soldi ai bambini più poveri e da grande voglio donare il sangue all’Associazione dell’Avis di Grosseto, vorrei fare l’autista della Misericordia e dedicare il mio tempo a salvare gli altri (Maicol);
  • ora che sono bambino posso fare del volontariato andando dalla mia nonna a dargli da mangiare e da bere,facendogli compagnia;da grande voglio andare all’associazione dell’Avis e aiutare i bisognosi (Andrea);
  • adesso vorrei spedire dei soldi a Milano, dove comprano i medicinali per poi spedirli in Iraq e in Pakistan; da grande vorrei andare io stesso nelle parti del mondo bisognose, a curare i malati; oltre questo vorrei aiutare la gente a togliere le mine ed a allargare gli ospedali: in pratica, in qualche modo vorrei cambiare il mondo,rendendolo migliore (Filippo);
  • da bambina vorrei occuparmi delle persone malate e che hanno bisogno di scuola;  Natale vorrei spedir loro dei soldi; invece da adulta vorrei contribuire, con il mio aiuto a far cessare le guerre del mondo, diventando anche donatrice dell’Avis (Nicole).

 

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