C’era ai vetri di freddo del Natale (Alfonso Gatto)

C’era ai vetri di freddo del Natale
tra i graffi dei bambini anche il tuo nome.
Io bevevo il caffè, dicevo come
potrò vederla, càpita che il male
paziente all’improvviso m’allontani
nell’ansia dell’averti ove non sei.

Ma sei dovunque l’ora dei cortei
che passano, la festa del domani.

(Recitata da Giulio Cappa)

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