Autunno di Gabriele Coltorti

Autunno, scia di fumo sottile da vecchi camini,
cumulo di pietre in rovina;
tizzi scoppiettanti al foco,
mille faci che fuggono in alto,
acuti sfrigolii,
urla per il duro intruso,
che scalza le braci.
Odore intenso, acre
di cenere, di carne brusàa.

Aere denso, di picciol gocce
ricolmo, che solo il tatto
sorprender pòte.
Arbori nudi,
in fila, senza segreti, si stagliano
sopra distese di foglie fruscianti
e, quasi fosser militi, ala fanno
al lento incedere di passegger solingo,
da lunga caminata stracco.

Recitata da Gabriele Coltorti

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Un commento a “Autunno di Gabriele Coltorti”

    1. Nicola 26/05/2008 alle ore 00:46

      Bravo Gabriele, la poesia è molto bella e anche la tua recitazione.
      Ora aspettiamo gli altri.
      Il prof.

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