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Leggenda irlandese (0 Commenti, scrivi tu)

All’inizio di “Niente e così sia” di O. Fallaci, la sorella Elisabetta le chiede: -La vita, cos’è?- Alla fine dell’inferno, lei le risponde: - E’ una cosa da riempire bene, senza perdere tempo. Anche se a riempirla si rompe. -

Questa l’ho letta una vita fa, a prefazione di “Uccelli di rovo”, allora ci arrangiavamo con “Selezione dal Reader’s Digest”

…una leggenda…
narra di un uccello che canta una sola volta nella vita.
Da quando lascia il nido, cerca un grande rovo…e cerca, cerca,
e non ha pace finchè non l’ha trovato.
E, solo quando l’ha trovato canta, canta più soavemente di ogni altra creatura.
Ma, cantando, precipita sulla spina più lunga ed affilata del rovo.

Mentre sta morendo, però, vince il tormento atroce della
sua agonia e supera con la sua melodia l’allodola e l’usignolo.
Il mondo intero si ferma e tace per ascoltarlo e Dio sorride Lassù in Paradiso.
Perchè alla perfezione si arriva soltanto a prezzo di grandi sofferenze…
…così dice la leggenda….

(”Ebbene, l’uccello, con la spina nel petto segue una legge immutabile:
è spinto da non sa cosa a trafiggersi, e muore cantando.
Nell’attimo stesso in cui la spina lo penetra, non ha consapevolezza della morte
imminente; si limita a cantare, e cantare, finchè non rimane più vita per emettere
una sola altra nota.
Ma noi, quando affondiamo le spine nel nostro petto, sappiamo….e lo facciamo ugualmente…”)

E' giunta l'ora di andare. Ciascuno di noi va per la propria strada: io a morire, voi a vivere. Che cosa sia meglio, Iddio solo lo sa. (Apologia di Socrate, Platone)

… zi… zi… zi… vive.. vive… vive (per Alèkos, da “Un Uomo” di O. Fallaci)

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SE QUESTO E’ UN UOMO di P. Levi (0 Commenti, scrivi tu)

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole,
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

(Letta da Angela)

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HO GIA’ VISTO (0 Commenti, scrivi tu)

Ho già visto il tuo dolore:
in un uomo di colore.
Ho già visto il tuo soffrire:
era negli occhi di un bambino.
Ho già visto le tue lacrime:
sì, sul volto di una madre.
Ho già visto il tuo tormento:
era scritto sulla sabbia.
Ho già visto la tua pena:
era ovunque, in ogni cuore.

(Scritta e recitata da Eddangela)

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GESU’ BAMBINO (Mirabela Rusu) (0 Commenti, scrivi tu)

In una notte piena di stelle
tu nascesti, prescelto da Dio
per portare a questa umanità
un po’ di pace
di serenità.
Tu, avvolto nel manto di Maria
una lacrima regali
mentre sfiora  i tuoi occhi lucenti.

Regali calore ai cuori
sapendo che ti aspetta
un mondo fatto di dolore
e forse per questo
ogni 25 dicembre
rinasci amato nei nostri cuori.

(scritta e recitata da Mirabela Rusu, V B C.D. Karol Woityla di Palestrina - RM)

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