La spremuta dell’arancia
non fa mai male alla pancia,
essa è buona e zuccherina
ed ha tanta vitamina.
Se ne bevi un bel bicchiere
mentre fai la colazione,
dà la carica, puoi vedere,
ti farà stare benone.
E se a volte fai un : “ etci’ “
ci pensa la sua vitamina C.
Filastrocca recitata da Giulia sezione C (6 anni) scuola dell’Infanzia
Istituto Comprensivo Decimomannu
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Questo è il nostra slogan e l’abbiamo realizzato utilizzando il software AUDACITY!
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È un grosso piatto la sua faccia
e sembra proprio una focaccia.
Il suo naso sai cos’è?:
“Un bicchierino da caffè!”.
Ma non ci crederete mai
le sue orecchie son cucchiai!!!
Tovaglioli sul testone
lo rendono un gran simpaticone.
I suoi occhi e la sua bocca
son gustose caramelle
e fan ridere a crepapelle!!!
Com’è bello il Carnevale,
si può giocare, ridere, scherzare
e un buffo pagliaccio inventare!
Filastrocca recitata da Chiara ed Elena, alunne di 3 anni della sezione C, Scuola dell’Infanzia “Via Leo”, Direzione Didattica “Via Garavetti”, Cagliari
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Se sei un pagliaccio, come lo so?
“Una parrucca sulla testa
per colorare la festa.
Un naso rosso rosso,
non piccolo ma grosso.
Un’allegra bocca a cuore
che sembra un amore.
Il viso colorato di bianco
per non sembrare stanco.
Casacca e pantaloni
tenuti su con i bretelloni.
Un papillon sgargiante
per sembrare elegante.
Infine scarpe lunghe un metro
per camminare all’indietro.
E poi, non puoi sbagliare,
al circo e a carnevale mi potrai incontrare!”.
Poesia recitata da Carlotta e Francesco: alunni di 3 anni della sezione C, Scuola dell’Infanzia “Via Leo”, Direzione Didattica “Via Garavetti”, Cagliari
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Inverno è arrivato col naso un po’ ghiacciato,
maglione di lana, cappotto allacciato.
Inverno è arrivato con il raffreddore,
scende la neve, che bello il suo candore!
Inverno bianco inverno, di coccole e cioccolata,
silenzio c’è nel bosco, natura è addormentata!
Inverno è arrivato con tanti bei regali,
porta a tutti quanti due feste un po’ speciali:
Natale di magia e felicità e poi
Carnevale, che festa si farà!
Il testo della canzone è stato recitato da Sabina, Francesca, Greca
Scuola dell’Infanzia - Sezione F (2 anni e mezzo - 3 anni)
Istituto Comprensivo “L. Da Vinci” Decimomannu (CA)
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Sono buffo ed elegante,
non ho mani, non ho gambe
e non porto pantaloni
né calzini, né scarponi.
Sulla testa ho un bel cappello
e una sciarpa intorno al collo,
il mio naso è una carota
lunga, lunga ed appuntita.
I miei occhi son bottoni
tondi, lucidi e marroni,
dell’inverno sono il Re
su, giocate insieme a me!
Poesia recitata da Sofia, Fabio e Giulia: alunni di 4 anni della sezione C, Scuola dell’Infanzia “Via Leo”, Direzione Didattica “Via Garavetti”, Cagliari.
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Il lunedì si tinge di giallo,
il martedì di un rosa assai bello,
è verde smeraldo il mercoledì,
si trasforma in arancione il giovedì.
Quando mi sveglio il venerdì
mi saluta il viola con un OLÁ!
Sabato che invece mi piace di più
è colorato di un bellissimo blu.
La domenica ha un rosso vivace,
per godermi la festa a casa in pace.
Poesia recitata da Matteo
Scuola dell’Infanzia - sezione C (6 anni)
Istituto Comprensivo “L. Da Vinci” Decimomannu
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L’autunno è ritornato
e ad ogni foglia ha regalato
un bel vestito colorato.
Uno giallo per Nina,
che è un po’ birichina.
Uno rosso per Lina,
la più piccolina!
Per Rina uno di colore
marrone,
e un altro per Mina
tutto arancione.
Ma quello di Pina nel vento si perde
così lei rimane con l’abito verde.
Ed ora l’albero, che è un po’ vanitoso,
la sua nuova chioma mostra orgoglioso.
Filastrocca recitata da Gabriele, Chiara, Giacomo, Alessia, Riccardo, Elena, Jaime.
Sezione F (2 anni e mezzo - 3 anni) Scuola dell’Infanzia
Istituto Comprensivo Decimomannu
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Cade la neve
viene la pace,
inverno è freddo
però mi piace.
Se il cielo è muto
la terra pure,
la neve è zucchero
per le avventure.
Bianco è il silenzio
della spianata,
è un fiore rosso
la mia risata.
Poesia recitata da Eugenia e Sveva, alunne di 4 anni della sezione C, Scuola dell’Infanzia “Via Leo”, Direzione Didattica “Via Garavetti”, Cagliari
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Bussò il vento - come un uomo stanco -
Ed io garbata “Entra” gli risposi
Con ferma voce - e allora egli rapido
Entrò nella mia camera -
Ospite senza piedi -
Invitarlo a sedere era impossibile -
Tanto sarebbe valso presentare
All’aria una poltrona -
Ed ossa non aveva, per tenerlo -
Il suo parlare era come il fiato
Di molti colibrì ronzanti insieme
Da un celeste cespuglio -
Un’onda, la sua faccia - e mentre andava
Dalle dita una musica gli usciva
Di suoni tremuli
Soffiati nel cristallo -
Indugiò, sempre qua e là movendo -
Poi timidamente
Bussò di nuovo - fu come una raffica -
Ed io rimasi sola.
(Emily Dickinson)
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