La storia inizia nella calda serata del 16 luglio 2008, durante una festa degli ex allievi
della facoltà di Biologia dell’ Università Bicocca-Milano. Nell’edificio U6 è stata
allestita una grande sala per i festeggiamenti.
Sono circa le 23.00 quando si sente un urlo assordante provenire dal bagno; tutti gli
invitati corrono subito sul posto, la scena è agghiacciante: il corpo di una donna giace a
terra esanime, circondata da una pozza di sangue. Il cadavere è stato ritrovato da Clara
Lesta che, fin dai tempi dell’università non godeva di un’ottima fama.
Si scopre che la donna è la Signora Peppuccia: una donna di mezza età in pensione da quasi
tre anni, sposata con Ugo.
Per tutta la vita si era occupata di ricerca nel campo della biologia medica presso
l’ospedale San Raffaele di Milano. Era una donna semplice, un po’ malinconica. Quando
raccontava dell’Università negli occhi le si leggeva l’insoddisfazione nel non essere
riuscita a frequentare il master a causa dell’ingiusta punizione subita. Infatti era stata
accusata di aver sottratto all’università un prezioso fossile, per poi rivenderlo; ma questo
non era mai stato trovato.
Le porte della sala vengono immediatamente bloccate e Ugo si preoccupa di chiamare il più
bravo investigatore della città.
Fulvia Quattrocchi, figlia di Giandomenico Quattrocchi, il famoso investigatore che risolse
lo strano caso del gioielliere rapito a Venezia. La detective si precipita sul luogo del
delitto a bordo di un elicottero della polizia.
Appena arrivata, esamina il luogo del delitto e inizia a interrogare Clara Lesta, prima
sospettata in quanto presente sul luogo del delitto. Una donna che,fin dai tempi
dell’università, era vista come una persona poco affidabile e questa reputazione, a cui lei
si era abituata ed adattata, le aveva pregiudicato anche la carriera lavorativa.