Sonetto 28 (Sandrino e Mario SONETTI STRAVAGANTI)

Lampeggiando tra i baffi d’un pisano,
un usciere sorrise starnutendo;
poi, con un balzo facile e tremendo,
corse a veder dov’era il capitano.

Il qual sedea, con un’eclisse in mano,
ed il capo che in fiamme andava ardendo,
e con la moglie discorrea, ridendo,
di come fosse morto Diocleziano.

Allor quel poveretto, innamorato
com’era d’una vecchia peruviana,
pensò che fosse meglio andar soldato.

Prese tre perle, un libro ed un gelato,
della cognata un pezzo di sottana,
e uscì suonando l’oboe a perdifiato.

(Recitata da Giulio Cappa)

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