Sono buffo ed elegante,
non ho mani, non ho gambe
e non porto pantaloni
né calzini, né scarponi.
Sulla testa ho un bel cappello
e una sciarpa intorno al collo,
il mio naso è una carota
lunga, lunga ed appuntita.
I miei occhi son bottoni
tondi, lucidi e marroni,
dell’inverno sono il Re
su, giocate insieme a me!
Poesia recitata da Sofia, Fabio e Giulia: alunni di 4 anni della sezione C, Scuola dell’Infanzia “Via Leo”, Direzione Didattica “Via Garavetti”, Cagliari.
Nessun tag impostato |
Il lunedì si tinge di giallo,
il martedì di un rosa assai bello,
è verde smeraldo il mercoledì,
si trasforma in arancione il giovedì.
Quando mi sveglio il venerdì
mi saluta il viola con un OLÁ!
Sabato che invece mi piace di più
è colorato di un bellissimo blu.
La domenica ha un rosso vivace,
per godermi la festa a casa in pace.
Poesia recitata da Matteo
Scuola dell’Infanzia - sezione C (6 anni)
Istituto Comprensivo “L. Da Vinci” Decimomannu
Nessun tag impostato |
L’autunno è ritornato
e ad ogni foglia ha regalato
un bel vestito colorato.
Uno giallo per Nina,
che è un po’ birichina.
Uno rosso per Lina,
la più piccolina!
Per Rina uno di colore
marrone,
e un altro per Mina
tutto arancione.
Ma quello di Pina nel vento si perde
così lei rimane con l’abito verde.
Ed ora l’albero, che è un po’ vanitoso,
la sua nuova chioma mostra orgoglioso.
Filastrocca recitata da Gabriele, Chiara, Giacomo, Alessia, Riccardo, Elena, Jaime.
Sezione F (2 anni e mezzo - 3 anni) Scuola dell’Infanzia
Istituto Comprensivo Decimomannu
Nessun tag impostato |
Cade la neve
viene la pace,
inverno è freddo
però mi piace.
Se il cielo è muto
la terra pure,
la neve è zucchero
per le avventure.
Bianco è il silenzio
della spianata,
è un fiore rosso
la mia risata.
Poesia recitata da Eugenia e Sveva, alunne di 4 anni della sezione C, Scuola dell’Infanzia “Via Leo”, Direzione Didattica “Via Garavetti”, Cagliari
Nessun tag impostato |
Bussò il vento - come un uomo stanco -
Ed io garbata “Entra” gli risposi
Con ferma voce - e allora egli rapido
Entrò nella mia camera -
Ospite senza piedi -
Invitarlo a sedere era impossibile -
Tanto sarebbe valso presentare
All’aria una poltrona -
Ed ossa non aveva, per tenerlo -
Il suo parlare era come il fiato
Di molti colibrì ronzanti insieme
Da un celeste cespuglio -
Un’onda, la sua faccia - e mentre andava
Dalle dita una musica gli usciva
Di suoni tremuli
Soffiati nel cristallo -
Indugiò, sempre qua e là movendo -
Poi timidamente
Bussò di nuovo - fu come una raffica -
Ed io rimasi sola.
(Emily Dickinson)
Tags: CasteldelPiano |