Archivio di Marzo, 2008


La strada che non presi (Robert Frost) (1 commento)

Due strade divergevano in un bosco giallo
e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe
ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo
a guardarne una fino a che potei.

Poi presi l’altra, perché era altrettanto bella,
e aveva forse l’aspetto migliore,
perché era erbosa e meno consumata;
Sebbene il passaggio le avesse rese
quasi simili
ed entrambe quella mattina erano lì uguali
con foglie che nessun passo aveva annerito.
Oh, misi da parte la prima per un altro giorno!
Pur sapendo come una strada porti ad un’altra,
dubitavo se mai sarei tornato indietro.

Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra anni e anni:
due strade divergevano in un bosco, e io -
io presi la meno percorsa,
e quello ha fatto tutta la differenza.

(Recitata da Angela Riccardi, attrice e doppiatrice)

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Al paese della Felicità (0 commenti, scrivi tu)

Al paese della Felicità Gatto Goloso ne combina una delle sue…state ad ascoltare oppure guardate il video.

Gatto Goloso

Ecco anche la storia di Gelsomino, il Girino che si è innamorato: ascoltate o state a vedere!

Gelsomino il girino, ovvero la lettera G dolce

Lo gnomo Mignolo fa il tessitore e sta sempre solo soletto, ma riesce lo stesso a farsi un amico.

Gnomo Mignolo

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Non lasciare che abitino rospi (R. Didoni) (0 commenti, scrivi tu)

Non lasciare che abitino rospi
Nella tua pancia sottile
Non lasciare grovigli di sospiri
Sospesi tra un respiro e l’altro
Erutta rumorosamente le tue colpe
I tuoi affanni sfogali sugli altri
Importati di te sola in questo mondo
Amaro di vendette e sogni

(Recitata da Nicomarti)

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Tra ” ‘O sole mio” di G. Capurro e “La quiete dopo la tempesta”di G. Leopardi (0 commenti, scrivi tu)

Nell’ambito del progetto Geolandia in Scuola3d, gli alunni della 4^A primaria della scuola Don Bosco di Cardito (NA) si sono avvicinati ad un classico napoletano, ” ‘O sole mio”, che è bellissima non solo nella partitura musicale ma anche nel testo, veramente poetico.
A me è venuta in mente, per associazione di immagini, “La quiete dopo la tempesta” di Leopardi (del quale, sempre nell’ambito dello stesso progetto, vedi Vesuvio, avevo letto l’inizio de “La ginestra”) e così abbiamo registrato quanto di somigliante :D

‘O sole mio

“La quiete dopo la tempesta” abstract

Ciò che ne pensa Riccardo

I
Che bella cosa na jurnata ‘e sole!…
Che bella cosa una giornata di sole
N’aria serena doppo a na tempesta…
Un’aria serena dopo la tempesta
Pe’ ll’aria fresca pare giá na festa…
Per l’aria serena sembra già una festa
Che bella cosa na jurnata ‘e sole!…
Che bella cosa una giornata di sole!

…da “La quiete dopo la tempesta”
Passata è la tempesta:
odo augelli far festa, e la gallina
tornata in su la via,
che ripete il suo verso. Ecco il sereno
rompe là da ponente, alla montagna;
sgombrasi la campagna,
e chiaro nella valle il fiume appare.

II
Lùceno ‘e llastre d”a fenesta toja;
Luccicano i vetri della tua finestra;
na lavannara canta e se ne vanta…
una lavandaia canta e se ne vanta…
e pe’ tramente torce, spanne e canta,
mentre strizza, stende e canta,
lùceno ‘e llastre d”a fenesta toja…
luccicano i vetri della tua finestra….

… da “La quiete dopo la tempesta”
…a prova
vien fuor la femminetta a còr dell’acqua
della novella piova;…

…Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
per li poggi e el ville. Apre i balconi,
apre terrazzi e logge la famiglia:…

III
Quanno fa notte e ‘o sole se ne scenne,
Quando si avvicina la notte e il sole tramonta
mme vène quase na malincunia…
mi assale la malinconia
sott’a fenesta toja restarría,
resterei sotto la tua finestra
quanno fa notte e ‘o sole se ne scenne…
quando si avvicina la sera e il sole tramonta

(Letta e sonorizzata da tutti gli splendidi alunni della classe 4^A - Primaria Don Bosco - Cardito (NA)

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Inventiamo una poesia per il papà (classe 4^A) (0 commenti, scrivi tu)



Qui altri lavori per il papà
;)

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Tu (Fernanda Romagnoli) (0 commenti, scrivi tu)

Tu, che chiamiamo anima. Tu profuga,
reietta, indesiderabile. Tu transfuga
dal soffio dell’origine.
Non ti spetta razione né coperta
né foglio di reimbarco.
Per registri e frontiere:
non esisti.
Ma in sere come queste, di cangianti
vaticinii fra i monti,
ad ogni varco
può apparire improvvisa la tua faccia
d’eremita o brigante.
«Fronda smossa,
pietra caduta» trasale in sé il passante
che la tua ombra assilla
di crinale in crinale,
mentre corri ridendo nell’occhiata
del cielo, che ti nomina e sigilla.

Recitata da Gabriella Garofalo, poeta

Da: Fernanda Romagnoli, Il tredicesimo invitato, Garzanti, Milano 1980

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