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Racconti da eddangela il
16/07/2007
Ho cominciato la mia vita come senza dubbio la terminerò: tra i libri.
Nell’ufficio del nonno ce n’erano dappertutto ed era vietato spolverarli, tranne una volta all’anno, prima della riapertura delle scuole. Non sapevo ancora leggere e non sapevo bene cosa farne. Assistevo ogni giorno a un
cerimoniale di cui mi sfuggiva il significato: mio nonno -goffo, di solito- maneggiava quegli oggetti con grande destrezza. Quando il nonno -io ero molto piccolo- mi regalò i primi libri di fiabe, ne posai uno sulle ginocchia di mia madre. Lei alzò gli occhi dal suo lavoro: - Che vuoi che ti legga, caro? Le Fate? - Incredulo, domandai:- Le Fate, ma son là dentro?- E quando
cominciava a leggere rimanevo stupito, quasi non riconoscevo il suo modo di parlare. Chi è che raccontava? Che cosa, e a chi?
Appena un attimo dopo avevo capito: era il libro a parlare.
(Letta da Angela)
Tags: infanzia, libro and ricordi |
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Racconti da eddangela il
16/07/2007
Un uomo arrivò in un luogo dove una grande roccia aveva ingombrato tutto il sentiero e non v’era altro passaggio nè a sinistra nè a destra. L’uomo cercò i aggirare l’ostacolo, s’affaticò molto, ma tutti i suoi sforzi furono inutili. Sedette allora pieno di tristezza e disse:- Che sarà di me, quando la notte mi sorprenderà solo, senza riparo, nell’ora in cui le bestie feroci escono in cerca di preda?- Mentre era assorto in questo pensiero, giunse un altro viaggiatore che tentò di rimuovere la roccia senza riuscirci.
Dopo di lui, ne vennero molti altri, ma nessuno potè smuovere la roccia e tutti avevano una grande paura. Infine uno di loro disse agli altri:- Fratelli miei, ciò che ciascuno di noi non è riuscito a fare da solo, chi sa se non potremo farlo tutti insieme?- Allora si alzarono e, insieme, spinsero la roccia, che finalmente cedette.
Il viaggiatore è l’uomo, il viaggio è la vita, la roccia sono le difficoltà che egli incontra a ogni passo lungo il proprio cammino. Nessun uomo sarebbe capace di sollevare da solo quella roccia; ma quella roccia non fermerà mai coloro che viaggiano insieme.
(Letta da Angela)
Tags: amicizia, metafora, viaggio and vita |
I topi ballano e fanno acrobazie,
dicono, se il gatto sgattaiola
allora il topo stopoiola
e il cane scanaiola.
Ma il micio smiciola
e il riccio sricciola,
il tapiro stapirola
e il fachiro sfachirola,
il torrone storronola
e il micione smicionola…
(Letta da Angela)
Tags: filastrocca |
Ho incontrato una vecchietta
che parlava da sola
per una strada solitaria.
Parlava tra sè,
e rideva tutto il tempo,
parlava tra sè
per una strada di campagna.
Che ne sai tu, ragazzo,
perchè uno parla da solo!
Se lunga è la strada
e non passa mai nessuno,
uno parla tra sè.
Così una vecchietta
per una strada di campagna
che rideva tutto il tempo
biascicando tra sè e sè…
per cacciar via le lacrime.
(Letta da Angela)
Tags: solitudine |
Padre, se anche tu non fossi mio
padre, se anche fossi un uomo estraneo,
per te stesso egualmente t’amerei.
Chè mi ricordo d’un mattino d’inverno
che la prima viola sull’opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l’appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.
E di quell’altra volta mi ricordo
che la sorella mia piccola ancora
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore;
chè avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia, e tutta spaventata
tu vacillante l’attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l’avviluppavi come a difenderla
da quel cattivo ch’eri il tu di prima.
Padre, se anche fossi un uomo estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fancuillo t’amerei.
(Letta da Angela)
Tags: amore, infanzia, padre and ricordi |
Con me non aveva mai parlato
e tuttavia mi chiamò per nome;
non mi aveva fatto cenno
e tuttavia sapevo e son venuto.
Subito dissi: - Non porterò
la sua croce su le spalle…
Egli cerca soltanto di appiopparmela
perchè la mia pelle è nera -.
Ma andava a morire per un sogno,
ed era tanto mite;
nei suoi occhi brillava la luce
che gli uomini vengono a cercare da lontano.
Fu lui a comprar la mia pietà;
feci per Cristo soltanto
ciò che non avrebbe ottenuto da me Roma intera
con i lividi della frusta e della pietra.
(Letta da Angela)
Tags: Gesù and sogno |
Quante strade deve percorrere un uomo
prima che tu possa davvero chiamarlo uomo?
E quanti mari deve solcare una bianca colomba
prima di poter dormire sulla sabbia?
E quante volte devono volare palle di cannone
prima che siano bandite per sempre?
La risposta, amico mio, soffia nel vento
la risposta soffia nel vento.
Quante volte un uomo deve guardare in alto
prima di poter vedere il cielo?
E quante orecchie deve avere un uomo
prima di poter sentire la gente che piange?
E quanti morti ci saranno
prima di capire
che troppi sono morti?
La risposta, amico mio, soffia nel vento
la risposta soffia nel vento.
Per quanti anni può esistere una montagna
prima di sciogliersi nel mare?
E per quanti anni può esistere la gente
prima di essere libera?
E per quante volte un uomo
può girare la testa dall’altra parte
facendo finta di non vedere?
La risposta, amico mio, soffia nel vento
la risposta soffia nel vento.
(Letta da Angela)
Tags: pace, speranza and vento |
C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna
si vede ancora la marca di fabbrica
-Schulze Monaco-;
c’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald,
un paio di scarpette rosse per la domenica.
Erano di un bambino di tre anni,
forse di tre anni e mezzo;
chissà di che colore erano i suoi occhi…
Ma il suo pianto
lo possiamo immaginare;
si sa come piangono i bambini;
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare:
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald:
quasi nuove,
perchè i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
(Letta da Angela)
Tags: bambini and eternità |
Maestoso forte
le braccia
levate
regali
il respiro
un rifugio.
La tua ombra
accoglie
i tuoi fiori
colorano
i tuoi frutti
nutrono…
Quanto poco ti amiamo.
(Letta da Angela)
Tags: albero and vita |
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole,
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
(Letta da Angela)
Tags: dolore, memoria and morte |