Archivio di Giugno, 2007


ALLA VITA di Nazim Hikmet (0 commenti, scrivi tu)

La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell’aldilà.
Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più vero della vita.

Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perchè restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.

(Letta da Angela)

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Da “L’uomo dal fiore in bocca” di L. Pirandello (1 commento)

L’uomo dal fiore:Mi lasci dire! Se la morte, signor mio, fosse come uno di quegli insetti strani, schifosi, che qualcuno inopinatamente ci scopre addosso… Lei passa per via; un altro passante, all’improvviso, lo ferma e, cauto, con due dita protese le dice: - Scusi, permette? lei, egregio signore, ci ha la morte addosso -. E con quelle due dita protese, la piglia e la butta via… Sarebbe magnifica! Ma la morte non è come uno di quegli insetti schifosi. Tanti che passeggiano disinvolti e alieni, forse ce l’hanno addosso; nessuno la vede; ed essi pensano quieti e tranquili a ciò che faranno domani e doman l’altro. Ora io… caro signore, ecco… venga qua… qua sotto il lampione… venga…. le faccio vedere una cosa… Guardi qua, sotto questo baffo… qua, vede che bel tubero violaceo? Sa come si chiama questo? Ah, un nome dolcissimo… più dolce d’una caramella: - EPITELIOMA, si chiama. Pronunzi, sentirà che dolcezza: epitelioma… la morte, capisce? è passata. M’ha ficcato questo fiore in bocca e m’ha detto: - Tientelo, caro: ripasserò fra otto o dieci mesi! -. Ora mi dica lei, se con questo fiore in bocca, io me ne posso stare a casa tranquillo e quieto, come quella disgraziata vorrebbe. Le grido: - Ah, sì, e vuoi che ti baci? - Sì, baciami -.
Ma sa cosa ha fatto? Con uno spillo, l’altra settimana, s’è fatta uno sgraffio qua, sul labbro, e poi m’ha preso la testa e mi voleva baciare… baciare in bocca. Perchè dice che vuol morire con me. E’ pazza… A casa io non ci sto. Ho bisogno di starmene dietro le vetrine delle botteghe, io, ad ammirare la bravura dei giovani di negozio. Perchè, lei capisce, se mi si fa un momento di vuoto dentro… lei lo capisce, posso anche ammazzare come niente tutta la vita di uno che non conosco… cavare la rivoltella e ammazzare uno che come lei, per disgrazia, abbia perduto il treno… No, no non tema, caro signore: io scherzo! Me ne vado. Ammazzerei me, se mai…
Ma ci sono, di questi giorni, certe buone albicocche… Come le mangia lei? con tutta la buccia, è vero? Si spaccano a metà; si premono con due dita, per lungo… come due labbra socchiuse… Ah, che delizia! Mi ossequi la sua egregia signora e anche le sue figliuole in villeggiatura. Me le immagino vestite di bianco e celeste, in un bel prato verde in ombra… E mi faccia un piacere, domattina, quando arriverà. Mi figuro che il paesello disterà un poco dalla stazione. - All’alba, lei può fare la strada a piedi. - Il primo cespuglietto d’erba sulla proda. Ne conti i fili per me. Quanti fili saranno, tanti giorni ancora io vivrò. Me lo scelga bello grosso, mi raccomando. Buona notte, caro signore -.

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BRIVIDO (0 commenti, scrivi tu)

Luci festa calore
gioia
…e all’improvviso…
il gelo dentro.

(Scritta e letta da Angela)

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LA CANDELA (0 commenti, scrivi tu)

La nostra vita
è come una candela:
sulle prime scoppiettante,
vigorosa e lucente.
Poi pian piano
si consuma,
poca luce e tanta cera
che già incrosta
la bugìa.
Ed ecco, che arrivata
allo stoppino,
esalando l’ultimo respiro
tace per sempre
nel buio profondo.

(Scritta e letta da Angela)

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NOTTE (0 commenti, scrivi tu)

Quale magia
si nasconde nella buia notte,
nel silenzio profondo
che avvolge ogni cosa,
nella luna luminosa
e nel tuo cuore
che parla al mio?

(Scritta e letta da Angela)

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SPESSO IL MALE DI VIVERE HO INCONTRATO di E. Montale (0 commenti, scrivi tu)

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

(Letta da Angela)

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LA MIA SERA di G. Pascoli (0 commenti, scrivi tu)

Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
le tacite stelle. Nei campi
c’è un breve gre gre di ranelle.
Le tremule foglie dei pioppi
trascorre una gioia leggera.
Nel giorno, che lampi! che scoppi!
Che pace, la sera!

Si devono aprire le stelle
nel cielo sì tenero e vivo.
Là, presso le allegre ranelle,
singhiozza monotono un rivo.
Di tutto quel cupo tumulto,
di tutta quell’aspra bufera,
non resta che un dolce singulto
nell’umida sera.

E’, quella infinita tempesta,
finita in un rivo canoro.
Dei fulmini fragili restano
cirri di porpora e d’oro.
O stanco dolore, riposa!
La nube nel giorno più nera
fu quella che vedo più rosa
nell’ultima sera.

Che voli di rondini intorno!
Che gridi nell’aria serena!
La fame del povero giorno
prolunga la garrula cena.
La parte, sì piccola, i nidi
nel giorno non l’ebbero intera.
Nè io… e che voli, che gridi,
mia limpida sera!

Don… Don…. E mi dicono, Dormi!
Mi cantano, Dormi! sussurrano,
Dormi! bisbigliano, Dormi!
Là, voci di tenebra azzurra…
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch’io torni com’era…
Sentivo mia madre… poi nulla…
sul far della sera.

(Letta da Angela)

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BUONGIORNO RO’ di S. Di Giacomo (0 commenti, scrivi tu)

Rosa, si chiove ancora
nun t’ammalincunì,
ca d’ ‘o bontiempo ll’ora
sta prossema a venì.

Nun vide? ‘E luce ‘e sole
luceno ‘e st’acqua ‘e file;
è ‘a morte d’ ‘e vviole,
so’ ‘e lacrime d’abbrile.

Ma mò cchiu ffresca e ffina
ll’aria se torna a fa’…
Meh!… Ast’aria d’ a’ matina,
Rosa, te puo’ affaccià.

Aràpe ‘e llastre: aràpe
sta vocca piccirella
addò sulo ce cape
nu vaso o na resella,

canta: chist’ è ‘o mumento;
tu cante e io, chiano chiano,
mme faccio ‘a barba e sento,
cu nu rasulo mmano.

E penzo: <<'A i' ccà; s'affaccia...
Mm'ha visto.... Mme saluta...>>
E c’ ‘o sapone nfaccia
dico: - Buongiorno, Ro’!…-

(Letta da Angela)

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AMORE (0 commenti, scrivi tu)

Spuntan le gemme sui ramoscelli
ecco che spira un bel venticello
vola nel cielo una capinera
finalmente è arrivata la Primavera;

nei campi occhieggiano le timide viole
accarezzate da un lieto sole
un bimbo corre col suo aquilone
e sente un coro che grida: amore.

Le spighe di grano indorano il campo
il sole splende su tutto il mondo
il cielo azzurro si estende beato
i fiori colorano il verde prato

sul mare dondola la pigra barca
nell’aria soffia una lieve brezza
il bimbo insegue il aquilone
ancora il coro che grida: amore!

Stanche le foglie cadon dai rami
come uno stuolo di antiche dame
un vento sferzante le spinge lontano
è già arrivata la stagione autunnale;

senti ruggire le onde spumose
calar la nebbia su tutto il paese
il bimbo in sogno col suo aquilone
risente il coro che grida: amore!

Le nuvole giocano a nascondino
un rovescio di pioggia nel mattino
la neve scende sulle montagne
un velo di brina sulla campagna;

il vento infuria sull’abitato
la luna illumina il cielo stellato
il bimbo, riposto il suo aquilone,
si unisce al coro che grida: amore!

(Scritta e recitata da Angela)

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Armonia di me (0 commenti, scrivi tu)

Sento il respiro
del vento
che è in me…
Scava
si espande
mi riempie
rotola giù
alla fine
del mio essere
e come l’onda
s’infrange e
schiuma.

Possente e vittorioso
ripercorre
il suo cammino
per invadermi
e fluire
e poi rifluire
e ancora…
ancora…
ancora…
ancora…
Armonia di me.

(Scritta da Angela, finalmente oggi 26/6/2007)

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