Archivio di Maggio, 2007


IL MONDO ALL’INCONTRARIO (0 commenti, scrivi tu)

Vorrei che il sole illuminasse la notte
e la luna il giorno;
vorrei che il mare fosse asciutto
e il prato bagnato;
vorrei un’Estate fredda come la neve
e un Inverno d’afa;
vorrei vedere i fiori volare
e gli uccelli spuntare;
vorrei vedere l’uomo allo zoo
e gli animali liberi.

Non credi che il mondo
sarebbe migliore?

(Scritta e recitata da Eddangela)

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IL LUPO (0 commenti, scrivi tu)

Corri veloce,
il lupo ti insegue.
Corri più forte,
ti è ancora alle spalle.
Corri ancora,
che ti è sul collo.
Corri lontano,
adesso ti azzanna.
Corri, ti prego,
che forse ti salvi.
Corri da mamma,
che lei ti protegge.
Corri, sei stanco,
oh, perdi terreno.
Corri, pregando
e il lupo ti sbrana.

Corre piangendo
e il cuore si ferma.
… Piccolo mio,
dove correvi?

(Scritta e recitata da Eddangela)

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HO GIA’ VISTO (0 commenti, scrivi tu)

Ho già visto il tuo dolore:
in un uomo di colore.
Ho già visto il tuo soffrire:
era negli occhi di un bambino.
Ho già visto le tue lacrime:
sì, sul volto di una madre.
Ho già visto il tuo tormento:
era scritto sulla sabbia.
Ho già visto la tua pena:
era ovunque, in ogni cuore.

(Scritta e recitata da Eddangela)

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NOTTE (0 commenti, scrivi tu)

Quale magia
si nasconde nella buia notte,
nel silenzio profondo
che avvolge ogni cosa,
nella luna luminosa
e nel tuo cuore
che parla al mio?

(Scritta e recitata da Eddangela)

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Ciclone in Toscana (Ernesto Ragazzoni) (0 commenti, scrivi tu)

… e lieve lieve
cade la neve
sull’alta pieve
di Pontassieve
e il tetto breve
che ne riceve
piú che non deve
si fa piú greve
sempre piú greve
ahi troppo greve
e cade in breve
non piú la neve
sovra la pieve
sibben la pieve
sovra la neve
che cade lieve
sull’alta pieve
di Pontassieve
e il tetto breve
che ne riceve
piú che non deve
si fa piú greve
sempre piú greve
ahi troppo greve
e cade in breve
non piú la neve
sovra la pieve
sibben la pieve
sovra la neve
che cade lieve
sull’alta pieve
di Pontassieve
e il tetto breve.

(Recitata da Giulio Cappa)

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I dolori del giovane Werther (Ernesto Ragazzoni) (0 commenti, scrivi tu)

Il giovane Werther amava Carlotta
e già della cosa fu grande sussurro.
Sapete in che modo si prese la cotta?
La vide una volta spartir pane e burro.

Ma aveva marito Carlotta, ed in fondo
un uomo era Werther dabbene e corretto;
e mai non avrebbe (per quanto c’è al mondo)
voluto a Carlotta mancar di rispetto.

Cosí, maledisse la porca sua stella;
strillò che bersaglio di guai era, e centro;
e un giorno si fece saltar le cervella,
con tutte le storie che c’erano dentro.

Lo vide Carlotta che caldo era ancora,
si terse una stilla dal bell’occhio azzurro;
e poi, vòlta a casa (da brava signora),
riprese a spalmare sul pane il suo burro.

(Recitata da Giulio Cappa)

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Laude dei pacifici lapponi e dell’olio di merluzzo (Ernesto Ragazzoni) (0 commenti, scrivi tu)

Ben tappati dentro i poveri
ma fidati lor ricoveri,
mentre lento sui tizzoni
cuoce il lor desinaruzzo
i pacifici lapponi
bevon l’olio di merluzzo.

Fuori, il vento piglia a schiaffi
quattro o cinque abeti squallidi:
gli orsi bianchi sono pallidi
pel gran freddo e si dan graffi
l’un con l’altro per distrarsi…
Oh! bisogna ricordarsi
che omai nevica da mesi;
fiumi e rivi presi al laccio
dell’inverno son di ghiaccio
(e che ghiaccio! perché il ghiaccio
è assai freddo in quei paesi);
ma che importa lor? ghiottoni
dallo stomaco di struzzo
i pacifici lapponi
bevon l’olio di merluzzo.

E son là, raccolti, stretti,
padre, madre, zii, bambini
(battezziamoli lappini
i lapponi pargoletti?),
e poi c’è la nonna, il nonno,
qualche amico dei vicini;
ciascun preso un po’ dal sonno
perché ha l’epa troppo piena
già di grasso di balena;
pure a nuove imbandigioni
ogni dente torna aguzzo,
e i pacifici lapponi
bevon l’olio di merluzzo.

Beatissimi! fra poco
tutti quanti russeranno
in catasta a torno al fuoco,
poi doman si leveranno,
torneranno alla stess’opra,
mangeranno e riberranno
il buon olio di cui sopra,
e cosí per tutto l’anno,
sempre….. fin che moriranno.

Cosí svolgesi la loro
vita, piana e senza scosse,
senza mai quell’ansia d’oro
che noi muta in pelli-rosse;
senza il fiel, senza la bile
necessari all’uom civile…..
Ho da dirvelo? una smania
prepotente mi dilania,
ed invan da piú stagioni
in me dentro la rintuzzo:…..
vo in Lapponia tra i lapponi
a ber l’olio di merluzzo!

(Recitata da Giulio Cappa)

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Alla mia mamma (0 commenti, scrivi tu)

Quando mi sveglio al mattino
voglio sentirti vicino
voglio sentir la tua mano
che mi accarezza pian piano.

Se tu mi stringi al tuo cuore
e mi sussurri parole
con la tua voce sicura
niente mi fa più paura.

Sei come un raggio di sole,
pieno è il tuo cuore d’amore,
sei il bene più grande che c’è
mamma stringimi a te!

(Recitata da Maria Chiara, II C scuola elementare “Don Bosco”Cardito NA)

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Autunno nel bosco, di Asia (0 commenti, scrivi tu)

Le foglie danzano,
leggere,
come ballerine, volano come petali colorati,
poi si posano a terra stanche.
Sotto i funghi
si riparano dalla pioggia.
L’autunno nel bosco
arriva e se ne va,
lasciando il ricordo
di tanti profumi e colori.
Asia

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Filastrocca dell’autunno, di Sonia (0 commenti, scrivi tu)

Autunno colorato
da noi sei arrivato,
le foglie rosse e gialle
svolazzano come farfalle.
I rami di foglie ammantati
arcobaleni son diventati.
I funghi son spuntati
come tanti ombrellini profumati.
Autunno non te ne andare
a tutti potresti mancare.

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