Archivio di Aprile, 2007


Filastrocca con gli occhiali (B.Tognolini) (0 commenti, scrivi tu)

Il primo giorno che li ho usati
ho veduto il mondo e il cielo
lustri, nitidi e lavati
come se cadesse un velo.
Son laghetti rispecchianti,
son oblò lucenti e tondi
son finestre scintillanti
per vedere meglio i mondi.
Cosa vorrà dire occhiali?
Forse…..occhi con le ali?

(Recitata da Catia II C scuola elementare “Don Bosco”Cardito NA)

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La parrucchiera (Roberto Piumini) (0 commenti, scrivi tu)

Andò un leone da una parrucchiera
per farsi pettinare la criniera.

Lei disse: “Se ne vada per favore,
son una parrucchiera per signore!”

“Ma la leonessa non ha criniera”
spiegò il leone a quella parrucchiera.

Quella, che non aveva sale in zucca,
disse: “Le metteremo la parrucca!”

Venne la leonessa Pocopelo
e quella parrucchiera, con gran zelo,

le sistemò sul capo un grande ciuffo.
“Mai visto un animale così buffo!”

strillò Pocopelo, e tutta intera
per rabbia, si mangiò la parrucchiera.

(Recitata da Catia II C scuola elementare “Don Bosco”Cardito NA)

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Parole (scritta e recitata da Emanuele) (0 commenti, scrivi tu)

Parole

Le parole possono far male,

le parole possono essere sussurrate,

possono far sognare,

le parole partono dal cuore

mille parole dette senza senso..

.. sogni non espressi

Scritta e recitata da Emanuele della scuola Gandhi di Roma

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Nella nebbia (Herman Hesse) (0 commenti, scrivi tu)

Strano, vagare nella nebbia!
E’ solo ogni cespuglio ed ogni pietra,
né gli alberi si scorgono tra loro,
ognuno è solo.

Pieno di amici mi appariva il mondo
quando era la mia vita ancora chiara;
adesso che la nebbia cala
non ne vedo più alcuno.

Saggio non è nessuno
che non conosca il buio
che lieve ed implacabile
lo separa da tutti.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è solitudine.
Nessun essere conosce l’altro
ognuno è solo.
(Recitata da Nicoletta)

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Il docente perfetto (Scuola di matti) (0 commenti, scrivi tu)

Su nel cielo della Scuola impavido vola.
Sulle ali del Sapere esercita il mestiere,
sulle ali del Dovere sventola il piacere,
sull’ara dell’Amore sacrifica il cuore;
sull’ara del Lavoro sfrigola con calore.
 
Ogni mattina a letto escogita un progetto.
Tutti i giorni, inclemente, interroga il discente;
quando finisce l’ora, ti chiacchiera ancora;
le sue mani molto spesso agitano il gesso;
alla sera, intristito, spazzola il vestito.
 
Ad ogni riunione scalpita con passione.
A parlar sempre pronto snocciola il racconto,
e come l’altro ieri ti elabora i pensieri,
e come il mese scorso articola il discorso,
e come proprio adesso scivola sul sesso.
 
Di tutti i genitori stempera i furori,
di tutti i genitori solletica i favori.
Ad ogni bella mamma esplica il suo programma,
ad ogni babbo duro mescola il bromuro,
per tutti i loro figli biascica consigli
Degli alunni dementi illumina le menti.
Solo con un sorriso stimola il loro viso,
ad un solo suo sguardo corrono al traguardo;
se per caso Caio sbaglia, frenetico raglia,
e se poi Tizio ride? Subito lo irride.
 
Felice il discente cui stimola la mente!
Ma se l’impegno è alterno, gli augura l’inferno,
se non sta sempre attento, ulula come il vento.
Con il potere arcano emula lo sciamano;
demiurgo, con la mano ti educa l’insano.
 
Del Consiglio di Classe coordina l’asse,
al Consiglio d’Istituto è sempre seduto,
sornione s’intrufola in ogni commissione.
Vuol fare il preposto: s’agita per l’arrosto,
viste poi le lasagne, piagnucola lagne.
 
Quando a sera va a letto, immagina il balletto
delle idee lampeggianti, vivide e intriganti
sul da farsi il dì appresso rapido col gesso.
Infine chiude gli occhi ai magici rintocchi
del sacro bando, la didattica sognando.   

(Recitata da Nicoletta Farmeschi)   

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Il Lonfo (Fosco Maraini) (0 commenti, scrivi tu)

Il Lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco e gnagio s’archipatta.

E’ frusco il Lonfo! E’ pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.

Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;

e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto
t’ alloppa, ti sbernecchia; e tu l’accazzi.

(Recitata da Roberto Didoni)

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Conta per ridere:Ciccio Bombo poliziotto (Christian) (0 commenti, scrivi tu)

Ciccio Bombo poliziotto,
fa la cacca sul salotto,
sua moglie si arrabbiò,
Ciccio Bombo lo lavò.

(Scritta e recitata da Christian, seconda elementare di Pineta di Laives, Bolzano)

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Ambarabà perepeppè (Giulia e Sophia) (0 commenti, scrivi tu)

Ambarabà perepeppè,
tre fatine e un Bebè,
che facevano magie
con la mamma e con le zie.
Cade a terra il Bebè,
ambarabà perepeppè.

(Scritta e recitata da Giulia e Sophia, seconda elementare di Pineta di Laives, Bolzano)

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Stormi di storni (Toti Scialoja) (0 commenti, scrivi tu)

Ti ricordi gli storni che a stormi
nei tramonti dei nostri bei giorni
quando i treni si fanno notturni
attorniavano Terni e dintorni?

Bei tramonti che accesero Terni
rispecchiandone il fuoco dei forni
mentre i cieli diventano inferni
taciturni se ruotano stormi.

Neri stormi sui monti di Terni
che di sera perdendo i contorni
frastornavano i nostri ritorni
con l’eterno stormire degli orni.

Son trascorsi gli autunni e gli inverni
sono andati e tornati gli stormi
sulla Nera su Terni su Narni
sulle pere forate dai vermi.

(Recitata da Giulio Cappa)

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Desiderio (scritta a recitata da Emanuele) (0 commenti, scrivi tu)

Il mio desiderio

vola nel cielo blu

nel mondo dei sogni

vissuti

e dimenticati..

(Scritta e recitata da Emanuele della scuola elementare Gandhi di Roma)

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