Io vo… tu vai… si va…
Ma non chiedere dove ti direbbero una bugia:
dove non si sa.
E è tanto bello quando uno va.
Io vo… tu vai… si va…
Perché soltanto andare
In un mondo di ciechi
È la felicità.
(Recitata da Tommaso Bojocchi)
Io vo… tu vai… si va…
Ma non chiedere dove ti direbbero una bugia:
dove non si sa.
E è tanto bello quando uno va.
Io vo… tu vai… si va…
Perché soltanto andare
In un mondo di ciechi
È la felicità.
(Recitata da Tommaso Bojocchi)
M’illudo, non so: a volte
Oh, raramente! Sento
invisibili mani passare
sulla fronte,
e liberarmi dolcemente
da tristi pensieri:
allora non sono solo
a sopportare la lunga notte?
(Recitata da Giacomo Castagnino)
Mi piacerebbe un giorno
Poter parlare
Con tutti gli animali.
Che ve ne pare?
Chissà che discorsi geniali
Sanno fare i cavalli,
che storie divertenti conoscono i pappagalli,
i coccodrilli, i serpenti.
Una semplice gallina
Che fa l’uovo ogni mattina
Chissà cosa ci vuole dire
Con il suo coccodè.
E l’elefante, così grande e grosso,
la deve saper lunga
più della sua proboscide:
ma chi lo capisce quando barrisce?
Nemmeno il gatto
Può dirci niente.
Domandagli come sta
Non ti risponde affatto.
O -al massimo- fa “miao”
Che forse vuol dire ciao.
(Recitata da Chiara Colmegna)
Tante volte ripenso
alla mia cinghia di scuola
grigia, imbrattata,
che tutta me coi libri serrava
in un unico nodo
sicuro –
ne c’era allora
questo trascendere ansante
questo sconfinamento senza traccia
questo perdersi
che non è ancora morire –
Tante volte piango, pensando
alla mia cinghia di scuola.
(Recitata da Sofia Gerosa)
Io non sono io.
Sono colui
che cammina accanto a me senza che io lo veda:
che a volte, sto a vedere,
e che, a volte, dimentico.
Colui che tace, sereno, quando parlo,
colui che perdona, dolce, quando odio,
colui che passeggia, là dove non sono
colui che resterà qui quando morirò.
(Recitata da Francesca Forni)
La notte impone a noi la sua fatica
Magica. Disfare l’universo,
le ramificazioni senza fine
di effetti e di cause che si perdono
in quell’abisso senza fondo, il tempo.
La notte vuole che stanotte oblii
il tuo nome, i tuoi avi ed il tuo sangue.
ogni parola umana ed ogni lacrima,
ciò che poté insegnarti la tua veglia,
l’illusorio punto dei geometri
la linea , il piano, il cubo, la piramide, il cilindro, la sfera,
il mare, le onde, la guancia sul cuscino, la freschezza del lenzuolo
nuovo…
Gli imperi, i Cesari e Shakespeare
e , ancor più difficile, ciò che ami.
Curiosamente, una pastiglia può
svanire il cosmo e costruire il caos.
(Recitata da Claudia Scalera)
In slip e bikini
noi due vicini
sdraiati al sole
senza parole
tra l’oppressiva
folla festiva,
ad occhi chiusi,
come reclusi,
nel metro quadrato
a noi riservato,
sdraiati accanto,
sognare intanto
sopra due snelli
biondi cammelli
in un deserto
di cielo aperto
con barracani
da musulmani
essere in viaggio
in un paesaggio
di sconfinata
sabbia assolata.
Tra la festiva
folla oppressiva,
in bianchi mantelli
su due cammelli,
sognare un viaggio
verso un miraggio
di cieli aperti
dune splendenti
e per ignote
piste remote
trovar la rara
perla del Sahara
la sconosciuta
oasi perduta
nido di calme
verdi palme
con dolci e tondi
datteri biondi
e la sorgente
iridescente
di favolosa
acqua preziosa,
la tappa antica
l’oasi amica
di carovane
ormai lontane.
In quella muta
oasi sperduta
goderci un bagno
nel fresco stagno
d’acqua argentata
immacolata,
e senza parole
sdraiarsi al sole
nella più chiara
sabbia del Sahara
la più silente spiaggia
esistente
sdraiati vicini
in slip e bikini
noi due felici
d’essere amici.
(Recitata da Daniela Lippera)
Io uovo di pasqua
ho carta e carta addosso
un fiocco rosa stretto
pulcini a mille in testa
sto dietro al vetro
con una sorpresa dentro.
(Recitata da Claudia Tomarelli)
Una cosa scipita
col suo sapore di prati
bagnati questa mattina
nella mia bocca ancora
assopita.
Negli occhi nascono come
nell’ acque degli acquitrini
le case, il ponte, gli ulivi:
senza calore.
E’ assente il sale
del mondo: il sole.
(Recitata da Annamaria Cascarano)
Serro alle orecchie
Grandi conchiglie.
Ascolto. Rumore
Di meraviglie!
Rumore di acqua
Di vento, tempesta,
che sembra infuriarmi
dentro la testa
Mi drizzo
In piedi.
Prendo a vagare
Al ritmo di suoni
Venuti dal mare.
(Recitata da Salvatore Manna)