Nuvole,
siepi di piume, uccelli di schiuma,
uccelli dalle grandi ali.
Nuvole,
ventre pulsante di animale in trappola.
Nuvole,
barboncino d’ovatta, nato dal sogno di un bambino.
Nuvole,
vele di un battello che mi mostra il cammino.
Nuvole,
magie del cielo
di cui un colpo di vento
farà in un momento coriandoli di cristallo.
(Recitata da Lorenzo, Scuola Elementare di Casteldelpiano)
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Novembre
Novembre,
tu spogli il giardino,
lo bagni,
lo copri di un velo,
e intanto
sussurri al bambino
che guarda
le nuvole in cielo:
di noci, di castagne, nocciole,
ho pieno il cestino, lo sai?
E qualche giornata di sole
ti porto,
più bella che mai!
(Recitata da Elena, Scuola Elementare di Casteldelpiano)
La pace è
un cielo azzurro
è un prato verde.
La pace è
un arcobaleno
un gruppo di farfalle.
La pace è
il suono di una musica
il rumore di un mare.
(Scritta e recitata da Kevin, Scuola Elementare di Casteldelpiano)
Lucciole belle, venite a me,
son principessa, son figlia di re.
Ho le trecce d’oro filato fino,
un usignolo che canta sul pino,
una corona di nidi alle gronde,
una cascata di glicini, bionde,
un rivo garrulo, limpido, fresco,
fiori di mandorle, fiori di pesco.
Ho veste verde di fiori cucita,
occhi di stelle nel viso sereno,
dolce profumo di fiori e di fieno;
e per il sonno dei bimbi tranquilli
la ninna nanna felice dei grilli.
(Recitata da Maicol, Scuola Elementare di Casteldelpiano)
Grandine che batti forte e svegli
gli animali che dormono calmi.
Grandine che picchi forte e rovini
smetti presto di cadere:
scuoti la città con le case, con le chiese
gli animali del bosco,
gli alberi con le castegne.
(recitata da Andrea, Scuola Elementare di Casteldelpiano)
M’affaccio alla finestra e vedo il mare;
vanno le stelle, tremolano l’onde
vedo stelle passare, onde passare,
un guizzo chiama, un palpito risponde.
Ecco, sospira l’acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un ponte d’argento.
Ponte gettato su laghi sereni,
per chi dunque, sei fatto e dove meni?
(Recitata da Alessia, Scuola Elementare L.Santucci, Casteldelpiano, Grosseto)
Bussò il vento -come un uomo stanco
ed io garbata “entra” gli risposi
con voce ferma -e allora egli rapido
entrò nella mia camera
Ospite senza piedi
invitarlo a sedere era impossibile
tanto sarebbe valso presentare
all’aria una poltrona
Ed ossa non aveva, per tenerlo
il suo parlare era come il fiato
di molti colibrì ronzanti insieme
da un celeste cespuglio.
Un’onda, la sua faccia - e mentre andava
dalle dita una musica gli usciva
di suoni tremuli
soffiati nel cristallo.
Indugiò, sempre qua e là muovendo
poi timidamente
bussò di nuovo - fu come una raffica
ed io rimasi sola.
Recitata da Alessandra della Scuola elementare di Castel del Piano)
Stanca
di essere bianca
la neve bevve inchiostro.
La neve nera nera
coprì
la terra intera.
Si vedeva
soltanto
un piccolo orso bianco.
E l’orso
urlò a nessuno
ma lo sentì la luna.
La luna
che è assorbente
discese lentamente.
E bevve
quella neve
la luna bianca e lieve.
Si bevve
tutto il nero
e scomparve nel cielo.
(Recitata da Filippo della scuola elementare di Castel del Piano)