Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole,
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
(Letta da Angela)
Tags: dolore, memoria and morte |
Il biancore dell’azzurro
illumina l’anima
immobilità assoluta
silenzio di voci
sospeso
nell’aria calda
il vento timido
accarezza le foglie
cullano le cicale
… le palpebre sempre
più pesanti…
… un sorriso
sulle labbra…
(Letta da Angela)
Tags: estate, serenità and silenzio |
L’acqua del fiume che va
è la prima di quella che andò
e l’ultima di quella che venne.
(Letta da Angela)
Tags: acqua and vita |
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell’aldilà.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più vero della vita.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perchè restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.
(Letta da Angela)
Tags: speranza and vita |
Luci festa calore
gioia
…e all’improvviso…
il gelo dentro.
(Scritta e letta da Angela)
Tags: oblio |
La nostra vita
è come una candela:
sulle prime scoppiettante,
vigorosa e lucente.
Poi pian piano
si consuma,
poca luce e tanta cera
che già incrosta
la bugìa.
Ed ecco, che arrivata
allo stoppino,
esalando l’ultimo respiro
tace per sempre
nel buio profondo.
(Scritta e letta da Angela)
Tags: vita |
Quale magia
si nasconde nella buia notte,
nel silenzio profondo
che avvolge ogni cosa,
nella luna luminosa
e nel tuo cuore
che parla al mio?
(Scritta e letta da Angela)
Tags: notte and sentimenti |
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
(Letta da Angela)
Tags: male and vivere |
Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
le tacite stelle. Nei campi
c’è un breve gre gre di ranelle.
Le tremule foglie dei pioppi
trascorre una gioia leggera.
Nel giorno, che lampi! che scoppi!
Che pace, la sera!
Si devono aprire le stelle
nel cielo sì tenero e vivo.
Là, presso le allegre ranelle,
singhiozza monotono un rivo.
Di tutto quel cupo tumulto,
di tutta quell’aspra bufera,
non resta che un dolce singulto
nell’umida sera.
E’, quella infinita tempesta,
finita in un rivo canoro.
Dei fulmini fragili restano
cirri di porpora e d’oro.
O stanco dolore, riposa!
La nube nel giorno più nera
fu quella che vedo più rosa
nell’ultima sera.
Che voli di rondini intorno!
Che gridi nell’aria serena!
La fame del povero giorno
prolunga la garrula cena.
La parte, sì piccola, i nidi
nel giorno non l’ebbero intera.
Nè io… e che voli, che gridi,
mia limpida sera!
Don… Don…. E mi dicono, Dormi!
Mi cantano, Dormi! sussurrano,
Dormi! bisbigliano, Dormi!
Là, voci di tenebra azzurra…
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch’io torni com’era…
Sentivo mia madre… poi nulla…
sul far della sera.
(Letta da Angela)
Tags: pace, sera and serenità |
Rosa, si chiove ancora
nun t’ammalincunì,
ca d’ ‘o bontiempo ll’ora
sta prossema a venì.
Nun vide? ‘E luce ‘e sole
luceno ‘e st’acqua ‘e file;
è ‘a morte d’ ‘e vviole,
so’ ‘e lacrime d’abbrile.
Ma mò cchiu ffresca e ffina
ll’aria se torna a fa’…
Meh!… Ast’aria d’ a’ matina,
Rosa, te puo’ affaccià.
Aràpe ‘e llastre: aràpe
sta vocca piccirella
addò sulo ce cape
nu vaso o na resella,
canta: chist’ è ‘o mumento;
tu cante e io, chiano chiano,
mme faccio ‘a barba e sento,
cu nu rasulo mmano.
E penzo: <<'A i' ccà; s'affaccia...
Mm'ha visto.... Mme saluta...>>
E c’ ‘o sapone nfaccia
dico: - Buongiorno, Ro’!…-
(Letta da Angela)
Tags: dialetto |