Sul bordo lasciami
Della scacchiera
Non mettermi in gioco
Non ancora
E’ troppo tardi o
Troppo presto ora
Immobili pedine
Nella trappola stretta
Si battono nel gioco
Di una vita intiera
In cerchi e quadrati
Senz’ordine e misura
Sul bordo lasciami
Della scacchiera
Di ieri è la speranza
O la vittoria sicura
Archivio della categoria ‘Poesie recitate da docenti’
Tanfo di vino a carta
nei mattini a nordest.
Polsini di giacche logore
nei porti a petrolio.
Nelle tasche pescano sorrisi e monete,
poi allungano tutto sul bancone,
ma un ricordo di luna stanca ne tradisce le ciglia.
E non sanno che farsene
i vecchi dei fatti di un giornale,
li allargano tra le mani per nasconderci l’anima.
(Legge Luisanna Fiorini)
Tutti pronti? Tutti in fila?
E allora: pronti, via!
Ricomincia un nuovo anno,
un nuovo viaggio della mente;
siamo qui per riaprire
il nostro cuore e ripartire.
Siam più alti, siam cresciuti,
più vivaci? e più curiosi?
Certo, è bello ritrovarci,
ricordare e raccontarci:
quante belle novità
che scopriamo proprio qua.
Ed allora, sorridiamo
e con gioia noi impariamo.
BUON ANNO A TUTTI, GRANDI e PICCINI
Recitata da eddangela della classe 4^ A (anch’io sono stata promossa !?!) del II Circolo Don Bosco di Cardito (NA)
I topi ballano e fanno acrobazie,
dicono, se il gatto sgattaiola
allora il topo stopoiola
e il cane scanaiola.
Ma il micio smiciola
e il riccio sricciola,
il tapiro stapirola
e il fachiro sfachirola,
il torrone storronola
e il micione smicionola…
(Letta da Angela)
Ho incontrato una vecchietta
che parlava da sola
per una strada solitaria.
Parlava tra sè,
e rideva tutto il tempo,
parlava tra sè
per una strada di campagna.
Che ne sai tu, ragazzo,
perchè uno parla da solo!
Se lunga è la strada
e non passa mai nessuno,
uno parla tra sè.
Così una vecchietta
per una strada di campagna
che rideva tutto il tempo
biascicando tra sè e sè…
per cacciar via le lacrime.
(Letta da Angela)
Padre, se anche tu non fossi mio
padre, se anche fossi un uomo estraneo,
per te stesso egualmente t’amerei.
Chè mi ricordo d’un mattino d’inverno
che la prima viola sull’opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l’appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.
E di quell’altra volta mi ricordo
che la sorella mia piccola ancora
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore;
chè avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia, e tutta spaventata
tu vacillante l’attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l’avviluppavi come a difenderla
da quel cattivo ch’eri il tu di prima.
Padre, se anche fossi un uomo estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fancuillo t’amerei.
(Letta da Angela)
Con me non aveva mai parlato
e tuttavia mi chiamò per nome;
non mi aveva fatto cenno
e tuttavia sapevo e son venuto.
Subito dissi: - Non porterò
la sua croce su le spalle…
Egli cerca soltanto di appiopparmela
perchè la mia pelle è nera -.
Ma andava a morire per un sogno,
ed era tanto mite;
nei suoi occhi brillava la luce
che gli uomini vengono a cercare da lontano.
Fu lui a comprar la mia pietà;
feci per Cristo soltanto
ciò che non avrebbe ottenuto da me Roma intera
con i lividi della frusta e della pietra.
(Letta da Angela)
Quante strade deve percorrere un uomo
prima che tu possa davvero chiamarlo uomo?
E quanti mari deve solcare una bianca colomba
prima di poter dormire sulla sabbia?
E quante volte devono volare palle di cannone
prima che siano bandite per sempre?
La risposta, amico mio, soffia nel vento
la risposta soffia nel vento.
Quante volte un uomo deve guardare in alto
prima di poter vedere il cielo?
E quante orecchie deve avere un uomo
prima di poter sentire la gente che piange?
E quanti morti ci saranno
prima di capire
che troppi sono morti?
La risposta, amico mio, soffia nel vento
la risposta soffia nel vento.
Per quanti anni può esistere una montagna
prima di sciogliersi nel mare?
E per quanti anni può esistere la gente
prima di essere libera?
E per quante volte un uomo
può girare la testa dall’altra parte
facendo finta di non vedere?
La risposta, amico mio, soffia nel vento
la risposta soffia nel vento.
C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna
si vede ancora la marca di fabbrica
-Schulze Monaco-;
c’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald,
un paio di scarpette rosse per la domenica.
Erano di un bambino di tre anni,
forse di tre anni e mezzo;
chissà di che colore erano i suoi occhi…
Ma il suo pianto
lo possiamo immaginare;
si sa come piangono i bambini;
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare:
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald:
quasi nuove,
perchè i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
(Letta da Angela)