Archivio della categoria ‘Poesie recitate da docenti’


L’accenno di un canto primaverile (Alexander Blok) (0 commenti, scrivi tu)

Il vento portò da lontano
l’accenno di un canto primaverile,
chissà dove, lucido e profondo
si aprì un pezzetto di cielo.
In questo azzurro smisurato,
fra barlumi della vicina primavera
piangevano burrasche invernali,
si libravano sogni stellati.
Timide, cupe e profonde
piangevano le mie corde.
Il vento portò da lontano
le sue squillanti canzoni.

(Letta da Sara Buzzacaro)

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Venne verso sera (Evgenij Evtusenko) (0 commenti, scrivi tu)

Guardavamo dalla finestra, là
dove i tigli
si stagliavano neri
nella profondità del cortile.
Sospirammo:
ancora, la neve non veniva,
ed era tempo, ormai,
era tempo…
E la neve venne,
venne verso sera.
Essa
giù dall’alto dei cieli
volava
a seconda del vento
e nel volo
oscillava.

(Letta da Sara Buzzacaro)

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HAIKU di Buson (1715-1783) (0 commenti, scrivi tu)

  Hatsu yuki no
soko wo tatakeba
take no tsuki

  Luna di bambù,
mentre carezza il suolo
della prima neve.

(Letto da Sara Buzzacaro)

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Il canestro di paglia (Ariwara no Narihira) (0 commenti, scrivi tu)

Perché mai
sarà diventato così difficile
incontrarti?

Eppure eravamo tanto legati
come paglia di canestro da cui acqua non filtra.

(Recitata da Roberto Didoni)

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George Gray (Edgar Lee Masters) (1 commento)

Molte volte ho studiato
La lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realta’ non e’ questa la mia destinazione
ma la mia vita.
Perche’ l’amore mi si offri’ e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore busso’ alla mia porta, e io ebbi paura;
l’ambizione mi chiamo’, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita puo’ condurre a follia
ma una vita senza senso e’ la tortura
dell’inquietudine e del vano desiderio -
e’ una barca che anela al mare eppure lo teme”

(Recita Claudia Cristoforetti)

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OH PRIMAVERA (Roberto Masocco) (0 commenti, scrivi tu)

Oh, Primavera,
tu che arrivi con mille fiori,
oggi porti farfalle.

Farfalle bianche,
candide e gioiose,
che rendono lattea e nivea ogni cosa.

Il tuo felice fresco
oggi è un triste freddo
che distende i suoi veli sulle città.

I tuoi intensi profumi
di fiori dipinti da te, oh Primavera,
sono assopiti in un diaccio torpore.

Oh, Primavera,
or che tu sei cambiata,
cosa farai di noi?

(scritta da Roberto Masocco V B  C.D. Karol  Woityla di Palestrina-RM)

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La rosa bianca (Attilio Bertolucci) (0 commenti, scrivi tu)

Coglierò per te l’ultima rosa del giardino
La rosa bianca
Quella che fiorisce nelle prime nebbie
Le avide api l’hanno visitata fino a ieri
Ma è ancora così dolce che fa tremare.
E’ un’ immagine di te a trent’anni
Così come sarai allora

(Recitata da Mariarenata Zanchin)

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Dietro i tuoi occhi (0 commenti, scrivi tu)

Dietro i tuoi occhi

Dietro i tuoi occhi

nascondi la sofferenza

dietro i tuoi occhi

nascondi un’infanzia

che forse non vuoi ricordare.

Dietro i tuoi occhi

nascondi la rabbia

che non vuoi che si veda.

Dietro i tuoi occhi

nascondi un sorriso,

che è coperto da un’ombra infinita.

Poesia tratta dal progetto “oltre l’ABC” della scuola Gandhi di Roma

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Nella nebbia (Herman Hesse) (0 commenti, scrivi tu)

Strano, vagare nella nebbia!
E’ solo ogni cespuglio ed ogni pietra,
né gli alberi si scorgono tra loro,
ognuno è solo.

Pieno di amici mi appariva il mondo
quando era la mia vita ancora chiara;
adesso che la nebbia cala
non ne vedo più alcuno.

Saggio non è nessuno
che non conosca il buio
che lieve ed implacabile
lo separa da tutti.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è solitudine.
Nessun essere conosce l’altro
ognuno è solo.
(Recitata da Nicoletta)

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Il docente perfetto (Scuola di matti) (0 commenti, scrivi tu)

Su nel cielo della Scuola impavido vola.
Sulle ali del Sapere esercita il mestiere,
sulle ali del Dovere sventola il piacere,
sull’ara dell’Amore sacrifica il cuore;
sull’ara del Lavoro sfrigola con calore.
 
Ogni mattina a letto escogita un progetto.
Tutti i giorni, inclemente, interroga il discente;
quando finisce l’ora, ti chiacchiera ancora;
le sue mani molto spesso agitano il gesso;
alla sera, intristito, spazzola il vestito.
 
Ad ogni riunione scalpita con passione.
A parlar sempre pronto snocciola il racconto,
e come l’altro ieri ti elabora i pensieri,
e come il mese scorso articola il discorso,
e come proprio adesso scivola sul sesso.
 
Di tutti i genitori stempera i furori,
di tutti i genitori solletica i favori.
Ad ogni bella mamma esplica il suo programma,
ad ogni babbo duro mescola il bromuro,
per tutti i loro figli biascica consigli
Degli alunni dementi illumina le menti.
Solo con un sorriso stimola il loro viso,
ad un solo suo sguardo corrono al traguardo;
se per caso Caio sbaglia, frenetico raglia,
e se poi Tizio ride? Subito lo irride.
 
Felice il discente cui stimola la mente!
Ma se l’impegno è alterno, gli augura l’inferno,
se non sta sempre attento, ulula come il vento.
Con il potere arcano emula lo sciamano;
demiurgo, con la mano ti educa l’insano.
 
Del Consiglio di Classe coordina l’asse,
al Consiglio d’Istituto è sempre seduto,
sornione s’intrufola in ogni commissione.
Vuol fare il preposto: s’agita per l’arrosto,
viste poi le lasagne, piagnucola lagne.
 
Quando a sera va a letto, immagina il balletto
delle idee lampeggianti, vivide e intriganti
sul da farsi il dì appresso rapido col gesso.
Infine chiude gli occhi ai magici rintocchi
del sacro bando, la didattica sognando.   

(Recitata da Nicoletta Farmeschi)   

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